VIDEO | L’associazione “Misericordia” di Amantea da quattro anni aiuta le Postazioni di emergenza territoriale ormai prossime al collasso a causa di carenze di organico e mezzi
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In vista della razionalizzazione che dovrebbe prendere avvio da gennaio 2023, il servizio 118 dell’Asp di Cosenza non può più prescindere dal supporto delle associazioni di volontariato che, con uomini e mezzi, stanno colmando le lacune caratterizzanti il servizio sanitario sul territorio.
Con molta probabilità, a partire dal prossimo anno, il servizio 118 dovrebbe passare al numero unico del 112, e sul Tirreno cosentino – da Tortora a Campora – si potrebbe assistere ad una riorganizzazione per cui soltanto due saranno i veicoli, tra l’altro auto mediche, a disposizione dell’azienda sanitaria provinciale, per coprire l’intera fascia costiera.
Sanità, il lavoro dei volontari
In questo contesto diventa nevralgico il lavoro condotto dalle associazioni convenzionate che, dotate dei mezzi necessari, saranno chiamate ad implementare i servizi sinora offerti, prestazioni – come nel caso della “Misericordia” di Amantea – che hanno recentemente tamponato anche la fase acuta dell’emergenza sanitaria dovuta al covid-19.
Nata nel 2009 da un’intuizione di due soci, l’associazione che oggigiorno conta un parco mezzi di 18 veicoli (tra auto mediche, minivan attrezzati e autombulanze), è presieduta da Roberto Launi, coordinatore di ognuna delle attività poste in essere nel campo sanitario. Dal 2018 convenzionata con l’Asp anche per ciò che riguarda il supporto al 118, l’associazione è dotata pure di una “volanza fissa” (vale a dire un servizio di soccorso immediato) a Belvedere Marittimo, disponibile h24.
Carenze di organico e mezzi
«Noi possiamo ricevere una chiamata da Tortora – ha detto l’operatore volontario Salvatore Vommaro – come possiamo riceverla da Fagnano Catello o da Aiello Calabro, e siamo in supporto delle pet (Postazioni Emergenza Territoriale, ndr) che, purtroppo, nell’ultimo periodo stanno avendo diversi problemi, sia a livello di organico che di mezzi, soprattutto le ambulanze».
Fondamentali per la gestione più acuta dell’emergenza sanitaria, durante la quale sono intervenuti per gran parte dei “casi covid” riscontrati sul litorale e nell’entroterra, i volontari sono chiamati all’intervento anche per ciò che riguarda i “codici rossi”.
Il servizio dialisi
«Siamo un servizio costante – prosegue Vommaro – che oltre al 118 contempla anche il trasporto dei pazienti dializzati, ai quali, escludendo la domenica, forniamo assistenza mattina e pomeriggio, accompagnandoli presso i presidi territoriali nei quali svolgono le loro cure».
A proposito del servizio dialisi, bisogna registrare un dato che emerge con prepotenza dall’ala paolana dello Spoke condiviso con Cetraro, dove viene dirottata – anche dall’Hub di Cosenza – gran parte dell’utenza provinciale. Purtroppo, allo stato attuale, i locali predisposti per accogliere i pazienti sono insufficienti a coprire l’enorme mole di persone che quotidianamente devono ricorrere al servizio che, in più di un’occasione, è andato in affanno, con notevole stress per il personale ormai prossimo al collasso.
Cosa ci sia da razionalizzare in un tale stato di scarsità, è argomento che forse soltanto le “alte sfere” paiono comprendere. Chi vivrà, da gennaio 2023 in poi, vedrà.