Da una parte i professionisti d'oltreoceano che stanno dando una straordinaria prova di competenza e dedizione. Dall'altra l'odioso fenomeno dei camici bianchi che evitano di lavorare in corsia. Ecco cosa è emerso
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Il contributo dei medici cubani per il rafforzamento del sistema sanitario regionale e gli accertamenti necessari a far emergere eventuali forzature (o illegittimità) nel riconoscimento delle inidoneità professionali che avrebbero portato diversi medici calabresi a lasciare le corsie a vantaggio del lavoro dietro la scrivania. Sono stati questi i due temi dominanti della puntata di “Dentro la Notizia”, condotta da Pier Paolo Cambareri. Ospiti dell’inviata Rossella Galati, la dottoressa Damarys Alvarez Zapata, capo delegazione della Terza brigata dei medici cubani, e Pino Scarpelli, vice presidente nazionale dell’Associazione di amicizia Italia-Cuba. In collegamento Skype da Reggio Calabria il commissario del Gom Gianluigi Scaffidi.
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I medici cubani e l’apporto alla sanità calabrese
Nella prima parte, rilievo al contributo notevole che i medici caraibici hanno dato e daranno alla sanità calabrese, nella valorizzazione di un dato significativo: la piena integrazione da competenze medico-scientifiche e la grande spinta ideale verso i valori della solidarietà. Inoltre, l’interesse sempre crescente a livello mediatico internazionale per la scelta adottata un anno fa dal commissario (e presidente) Roberto Occhiuto: prima osteggiata e ora diventata quasi un modello da replicare altrove.
A rispondere, da tecnico e manager direttamente interessato alla questione, alla domanda centrale della questione il dottore Scaffidi: ma servono i medici cubani e sono utili al sistema? Funziona, cioè la scelta? Sì, perché contribuisce non soltanto a garantire una migliore risposta sanitaria per gli utenti ma anche a rendere più appetibile il sistema ospedaliero fino a qualche tempo fa non particolarmente attrattivo. Ai medici cubani, infatti, in questi mesi si stanno aggiungendo nelle province di Cosenza e Catanzaro altri 250 medici (tra cui diversi specializzandi) che porteranno il totale del potenziamento sanitario negli ospedali a circa 500 unità.
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Il tema degli imboscati
Restano un paio di nodi da sciogliere: le scuole di specializzazione e i cosiddetti “imboscati”, tema affrontato nella seconda parte della puntata. Un problema sollevato ieri in Consiglio regionale dall’esponente del Movimento 5 Stella Davide Tavernise, e commentato dallo stesso Scaffidi che è stato netto: il problema esiste ma deve essere commisurato alle eventuali responsabilità legate all’accertamento delle inidoneità a lavorare in corsia. È lì, ha spiegato, che bisogna accendere i riflettori.
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Dove vedere la puntata
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