«Io ho iniziato nel 2012 a scontrarmi con il duro mondo della malasanità e della gestione della politica territoriale disfunzionale. Il mio appello lo rivolgo principalmente a tutti i calabresi rassegnati che hanno perso la voglia di lottare per il proprio diritto alla salute». Non si rassegna Graziella Palaia ad un sistema sanitario che più volte l'ha costretta ad attese inaccettabili e reclami. Un calvario il suo che inizia nel 2012 per colpa di una malattia rara, da lì un susseguirsi di problemi tra agende di prenotazione chiuse e liste d'attesa interminabili in diversi ospedali calabresi, fino all'ultimo esame da prenotare, una colonoscopia.

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«Sono riuscita a trovare una disponibilità con un'impegnativa programmabile per marzo 2025 presso il policlinico universitario di Catanzaro però rimane sempre e comunque un'attesa poco dignitosa. Di recente, nel mese di giugno, sono dovuta andare da Borgia a Siderno per una tac con mezzo di contrasto in quanto anche in questo caso agende chiuse, tempi di attesa lunghissimi, e a Siderno ho trovato disponibilità dopo 12 giorni però spostarsi a due ore da casa non mi sembra giusto».

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Nonostante diverse segnalazioni su Sanibook e reclami all'ufficio relazioni con il pubblico di più strutture sanitarie nulla è cambiato: «Sono molto stanca perché poi rivendicare i propri diritti diventa un lavoro. Bisogna stare tutto il tempo a spendere energie fisiche e mentali tra burocrazia, carte da scrivere. Io penso che la maggior parte di noi ogni giorno si scontra con questo sistema disfunzionale e la maggior parte si è arresa, si è stancata. Io in primis sono stanca però non voglio mollare e faccio appello a tutti coloro che vivono queste situazioni di cercare di rivendicare il diritto alla salute attraverso i canali giusti senza rivolgersi all'amico o al compare».