Per provare a prenotare una visita al Cup si fanno anche diverse ore di fila, ma anche quando si riesce a strappare una data le liste d’attesa sono lunghissime. È la situazione all’Ospedale di Lamezia Terme, che serve 350mila persone e come tutta la Sanità calabrese ha subito tagli e un commissariamento lungo 12 anni.
«Meglio non parlarne, delle liste d’attesa - dice una signora intervistata al mercato - però se puoi pagare una soluzione la trovi. Ho avuto mia madre ricoverata a Lamezia per un mese. Nessuna notizia, nessuno che ci dicesse se era viva o morta. Quell’ospedale è da chiudere».
Il giornalista Pasquale Motta, nell’ultima puntata di Dentro la Notizia - in onda ogni giorno da lunedì' a venerdì alle 14.30 su LaC Tv - ha nuovamente documentato i disservizi della sanità calabrese, filone che segue da mesi e che puntualmente porta alla luce nuove inefficienze.

«Abbiamo avviato la pulizia delle liste d’attesa, un progetto che ci è stato richiesto direttamente dal presidente della Regione Occhiuto - ha detto il Generale Antonio Battistini, commissario dell’Asp di Catanzaro e di Vibo Valentia - Controlliamo, cioè, che chi ha prenotato un esame non lo abbia poi fatto da un’altra parte senza aver cancellato la sua prenotazione. Noi ci troviamo spesso nella situazione in cui, di 10 persone prenotate in un dato giorno, se ne presentano solo 6, perché hanno già fatto l’esame altrove e hanno occupato posti che avremmo potuto destinare ad altri».

«Sono anni che non vado all’Ospedale di Lamezia preferisco andare a Catanzaro, le attese sono veramente troppo lunghe», dice un anziano signore alle telecamere di LaC e a lui fa eco una donna: «Ma un poveraccio che i soldi non li ha, come fa a farsi una visita?».

«Vorremmo raccontare la realtà ai calabresi - ha rimarcato Battistini intervistato da Motta -, noi sappiamo di avere delle difficoltà, sappiamo anche quali sono e stiamo cercando di governarle. Metteremo in pista due strumenti: il ricorso a medici pensionati esperti nelle procedure, se vorranno contribuire ad abbattere le liste d’attesa, e l’aumento delle ore di medicina convenzionata e di apertura degli ambulatori. Questo ospedale per noi è strategico per la collocazione geografica, per la prossimità ad altre province che non riescono a garantire le stesse prestazioni. Nonostante i tagli di cui è stato vittima. Però se non funziona la medicina territoriale nessun ospedale sarà mai in grado di reggere la domanda. L’ospedale è un luogo per acuti, basta».

«Da noi arrivano ogni giorno decine di segnalazioni di prenotazioni che arrivano addirittura al 2025 - dice Pino Gigliotti, dell’Associazione malati cronici del lametino -. Prendiamo atto della disponibilità del generale, ma è l'organizzazione che non funziona. Se un terzo dei pazienti rinuncia alle cure perché non può permettersi quelle private, stiamo negando il diritto alla salute dei cittadini».

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