La Calabria sulla sanità non perde il suo triste primato che la vede fanalino di coda in termini di servizi e assistenza. Una regione che obbliga i suoi figli più fragili a viaggi della speranza per poter ottenere cure e sostegno e che obbliga menti brillanti a scappare per poter mettere a frutto passioni e competenze. La Calabria è l’unica regione a non avere un reparto di neuropsichiatria infantile. Proprio da questa necessità nasce l’iniziativa di Antonio Alvaro, un padre che dopo 20 anni dedicati alla cure dei figli ha deciso di lanciare una petizione per chiedere quello che, invece, dovrebbe essere un diritto.

Questa enorme carenza è cristallizzata ormai da decenni. Una domanda che negli anni è risuonata più volte e alla quale nessuna risposta valida è arrivata. L’appello è rivolto alla politica calabrese affinchè si faccia garante di quello che dovrebbe essere un diritto e che invece per anni  è stato ignorato. La petizione in poche ore ha raccolto migliaia di firme ed è possibile formare seguendo le istruzioni presenti in apposito link (clicca qui).

L’appello

«Mi chiamo Antonio, sono di Reggio Calabria e sono il papà di Natale e Chiara. Natale ha 24 anni mentre Chiara ha 12 anni, entrambi sono affetti da Paraparesi Spastica Ereditaria (PSE), una malattia neurodegenerativa che ha compromesso gravemente il loro corpo. La PSE è una malattia rara e i centri in cui possono curarsi sono pochi e tutti dislocati molto lontano dalla Calabria (Milano, Roma, Pisa). Proprio per questo motivo è da 21 anni – dal 2000 – che siamo costretti ad un esodo sanitario forzato al di fuori della Calabria per poter curare Chiara e Natale e per poter garantire loro quel diritto alla salute che è sancito nella nostra Costituzione.

Mi chiedo se nel 2021 sia ancora tollerabile che tante famiglie e pazienti del Sud siano obbligati ogni mese a spostarsi forzatamente al Nord perchè qui in Meridione non ci sono centri di ricerca in grado di curare queste malattie. Spesso e volentieri siamo obbligati a percorrere centinaia di chilometri per spostarci al Nord dove i nostri bambini vengono curati da bravissimi medici ed infermieri che in molti casi sono meridionali trasferiti al Nord per la mancanza di strutture e ospedali nelle loro Regioni di origine.

Chiedo che in Calabria il diritto alla salute dei miei figli e di tante altre famiglie come la mia sia finalmente rispettato e per questo chiedo alla Regione Calabria di impegnarsi attivamente per individuare e stanziare risorse e competenze così da dare vita a strutture sul territorio calabrese specializzate in Neurologia e Neuropsichiatria infantile così da poter curare malattie come la PSE e le altre malattie rare che affliggono tante famiglie calabresi».