Il provvedimento dovrà essere approvato dal Consiglio regionale e fungerà da cornice normativa alla fusione dei due presidi sanitari catanzaresi
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È stata presentata la proposta di legge che fungerà da cornice normativa al processo d’integrazione tra l’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio e il policlinico universitario Mater Domini. Il promotore è il consigliere regionale e presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova. Il testo normativo, che dovrà essere ora approvato dall’assemblea regionale, è propedeutico alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra l’università e la Regione che regolamenterà i rapporti tra i due enti
«Come avevo annunciato nel fine settimana scorso - ha spiegato Bova -, per correttezza istituzionale, ho atteso qualche giorno nella speranza che anche altri consiglieri catanzaresi sottoscrivessero la proposta prima di presentarla. Oggi ho deciso di rompere gli indugi e di depositare presso la segreteria dell’assemblea, il testo della proposta di legge. Adesso la discussione uscirà dal tavolo di concertazione, che pure ottimi risultati ha prodotto, ma la cui azione era stata fortemente mortificata da non meglio precisati “accorgimenti” che, a dire di alcuni, si rendevano necessari».
«Sarà finalmente il Consiglio, massima assemblea rappresentativa dei calabresi, ad occuparsi della tematica e lo dovrà fare nelle sedi e nelle forme previste dalla legge e, soprattutto, sotto il diretto controllo dei cittadini e della politica. Lo faremo nelle Commissioni preposte e poi in aula. Com’è normale, l’approdo “istituzionale” della proposta, è veicolo per il dibattito e per le proposte concrete. Non troveranno spazio, invece, i proclami che sottendono tatticismi volti a rallentare o - spero di sbagliarmi - a far naufragare l’integrazione», ha evidenziato il Presidente.
«Non posso negare di aver assistito in questi mesi a posizioni di parte dietro cui si nascondeva il tentativo di difendere rendite di posizione acquisite – ha concluso Bova. Ma la sanità calabrese non può essere terreno di conquista o di lotte di quartiere, ci stiamo giocando una partita determinante per la salute dei cittadini e per lo sviluppo della Calabria. Questi sono gli unici veri interessi che siamo chiamati a perseguire e difendere e dobbiamo farlo nella sede naturale del nostro impegno: il Consiglio regionale. Catanzaro non può essere relegata al ruolo di comprimaria nel panorama sanitario calabrese e nazionale sacrificando il proprio ruolo a beneficio dell’interesse di pochi».
l.c.