In poche ore dalla nostra segnalazione e dalla pec inviata dall’associazione Salvagente A.P.S., il garante regionale della salute Anna Maria Stanganelli ha raccolto le richieste facendosene carico. In particolare abbiamo fatto emergere come, nonostante sia terminato lo stato d’emergenza, non tutte le strutture ospedaliere calabresi si siano adeguate riaprendo le porte ai familiari per assistere le partorienti. Le neo mamme, infatti, in alcuni ospedali sono ancora costrette a partorire da sole e senza alcuna assistenza familiare.

La garante ha subito accolto le istanze dell’avvocato Statinieri attenzionando in particolare l’ospedale di Locri che, differentemente da altri ha una situazione che va oltre la pandemia.

Dottoressa ha preso in carico la questione relativa alle partorienti. Situazione delicata in diversi ospedali calabresi. Come sta intervenendo?
«Sono tante le segnalazioni di donne in procinto di partorire, ma anche di futuri papà che pervengono all’Ufficio del Garante, che lamentano criticità relativamente all’assistenza dei parenti o caregiver alle neomamme. Comprendo da mamma, prima ancora che da Garante, quanto sia fondamentale per una migliore esperienza della nascita, per il benessere della donna, avere vicino i papà o una persona cara per costruire solide fondamenta per una nuova famiglia. In questo senso, nell’imminenza della ricezione della pec, ho subito contattato il legale della Salvagente A.P.S. l’Avvocato Starinieri, comunicando che mi sarei attivata rappresentando alle autorità sanitarie competenti le problematiche segnalate».

In particolare a Locri la questione sembra più complicata. Si può sperare in un intervento in quella struttura già tanto discussa?
«Ho già avviato un’interlocuzione per le vie brevi con il Direttore dell’U.O. di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale, il Dott. Macri, il quale, evidenziando limitazioni di carattere strutturale, ha mostrato comunque sensibilità rispetto alla problematica segnalata. Ci attiveremo assieme per individuare soluzioni migliorative che possano venire incontro alle istanze delle partorienti».

Le nuove norme riguardano le esigenze delle neo mamme. La Calabria è pronta ad allinearsi al resto del paese?
«Dall’inizio della pandemia si è resa necessaria una revisione dei percorsi di presa in carico delle donne in gravidanza, delle madri, dei padri e dei neonati. La pandemia ha portato i servizi sanitari ad una ridefinizione dei percorsi assistenziali basati sulla disponibilità organizzativa e logistica del momento. La presenza del padre o di una persona cara a scelta della donna, durante il travaglio, il parto e la degenza rappresentano aspetti organizzativi che competono alle singole strutture sanitarie, ferma restando la grande sensibilità che il governo regionale sta dimostrando, che certamente, anche su questo aspetto, darà in maniera graduale, a determinate condizioni di sicurezza, alle neomamme le risposte che certamente meritano. La tutela della salute dei genitori e dei bambini è certamente una priorità».