Giuseppe Giuliano è deceduto nei giorni scorsi all'ospedale Jazzolino, la Procura ha aperto un'inchiesta in seguito alla denuncia dei familiari, che ora si rivolgono al governatore: «Il nostro è un sistema marcio»
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Il figlio di Giuseppe Giuliano, l’imprenditore vibonese morto nei giorni scorsi all’ospedale Jazzolino, scrive al presidente della Regione Roberto Occhiuto riguardo alla tragedia che li ha colpiti e alla situazione della sanità in Calabria. Per il decesso i familiari hanno presentato una denuncia, che ha portato al sequestro della cartella clinica e all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura. Di seguito pubblichiamo integralmente la lettera.
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Illustre Roberto Occhiuto, la tragedia della sanità in Calabria (con Vibo Valentia a portare la bandiera) continua ad essere un'oscura e incivile pagina della storia della nostra regione. Al pari delle altre regioni d’Italia, il diritto ad essere curati dovrebbe essere garantito, purtroppo tutto ciò a Vibo Valentia non è scontato.
Ci troviamo di fronte ad una realtà in cui la vita umana sembra essere spesso ignorata. È un sistema marcio, corrotto dall'indifferenza, dall'inerzia e dal malaffare, dove il valore di una vita umana viene spesso sacrificato sull'altare della negligenza, del menefreghismo e della completa “sciatteria sanitaria”. Sì proprio così, “sciatteria sanitaria” perché ogni qual volta si ha bisogno di curarsi si ha l’impressione di percepire un mix di adrenalina e ansia al pari di una puntata alla roulette russa.
In Calabria, la morte sembra essere diventata una statistica, un numero tra i tanti. Le persone soffrono e muoiono senza ricevere le cure di cui hanno bisogno, mentre chi dovrebbe proteggerle e curarle sembra voltare lo sguardo altrove. Il dolore delle famiglie, costrette a vedere i propri cari andarsene prematuramente, è amplificato dall'impotenza di fronte a un sistema che non funziona, un sistema appunto marcio da dentro.
È un appello alla coscienza di tutti noi, ma soprattutto alla vostra, che siete i nostri rappresentanti, affinché si metta fine a questa indifferenza verso la sofferenza umana. Oggi a morire inerme per mano di un’equipe di lestofanti e negligenti è stato il mio caro papà, ma le prometto che non ci arrenderemo di fronte a niente e nessuno pur di arrivare a far chiarezza sulle responsabilità di ognuno. Ogni vita conta, e nessuno dovrebbe morire "come se niente fosse" a causa di mercenari sanitari perché i medici, quelli animati da “vocazione alla missione”, sono ben altro. #GiustiziaPerGiuliano