L'Unione sindacale di base dell'Asp di Catanzaro scende in piazza. Giovedì 13 febbraio alle ore 10 si terrà un presidio di protesta sotto la sede amministrativa dell'azienda sanitaria in via Vinicio Cortese. «La misura è colma: la direzione aziendale si ostina a ignorare i lavoratori e la salute dei cittadini, rifiutando ogni confronto e lasciando i reparti sanitari in condizioni disastrose» si legge in una nota diffusa dal sindacato.
«Da mesi l'Usb richiede un incontro con la direzione aziendale dell'Asp per affrontare le gravi problematiche che affliggono il personale sanitario. Tutte le richieste sono state sistematicamente ignorate. Questo atteggiamento arrogante e irresponsabile dimostra il disinteresse dell'azienda per i lavoratori e per la salute pubblica. Il pronto soccorso di Lamezia Terme è in ginocchio: una carenza cronica di personale, più volte segnalata sia dal primario del reparto che dall'Usb, continua a mettere a rischio la salute dei pazienti e le condizioni di lavoro del personale sanitario. Ogni giorno si registrano in media 120 accessi, ma il personale è insufficiente per gestire il flusso di emergenze.
Pensionamenti, trasferimenti e aspettative – evidenziano dal sindacato – hanno ridotto drasticamente il numero di infermieri e Oss, senza che l'Asp abbia adottato alcun provvedimento per rimpiazzarli. Questo carico di lavoro insostenibile sta devastando la salute fisica e mentale degli operatori, aumentando il rischio di errori medici e compromettendo la sicurezza dei pazienti. Come se non bastasse, il personale del pronto soccorso non ha ancora ottenuto il pieno riconoscimento dell'indennità prevista dall'articolo 107, comma 4 del contratto collettivo nazionale di lavoro, un diritto negato senza alcuna giustificazione. Il servizio di emergenza-urgenza del 118 è al limite: il personale è costretto a turni massacranti sia sulle ambulanze che nelle centrali operative».

«Eppure, nonostante l'esistenza di graduatorie attive di infermieri e autisti soccorritori, l'Asp si rifiuta di procedere con nuove assunzioni. A questo si aggiunge la mancata apertura della seconda postazione ambulanza di Catanzaro Lido – si sottolinea nella nota – un intervento necessario per migliorare il servizio d’emergenza nella città e sulla costa ionica, e che permetterebbe a tanti lavoratori disoccupati di prendere finalmente servizio. L’azienda continua a ignorare le necessità operative dei reparti, rifiutandosi di sostituire il personale assente per lunghe malattie o per maternità. Questa politica scellerata porta a un sovraccarico insostenibile per chi resta in servizio, aumentando lo stress e peggiorando ulteriormente la qualità dell’assistenza ai pazienti».

L’Asp di Catanzaro, secondo l’Usb «calpesta i diritti dei lavoratori ignorando il contratto decentrato aziendale. Tra le violazioni più gravi: la mancata istituzione della banca ore, lasciando il personale senza la possibilità di gestire il proprio tempo di lavoro in maniera equa e flessibile. Il diritto al buono pasto è garantito dalle leggi nazionali, ma l'azienda provinciale si ostina a negarlo a tutto il personale. Un'ingiustizia inaccettabile che va sanata immediatamente! I lavoratori della sanità sono stanchi di subire. L'Asp non può continuare a essere ostaggio di mere logiche economico-amministrative, gestita da una dirigenza che non ha mai messo piede nei reparti  ma prende decisioni che schiacciano i lavoratori e mettono a rischio la salute dei cittadini. Usb non resterà in silenzio».

Per questi motivi il sindacato Usb invita «tutti in piazza il 13 febbraio alle ore 10.00 sotto la sede dell'Asp in via Vinicio Cortese per far sentire la nostra voce. La salute e i diritti dei lavoratori non si svendono, si difendono».