«Lucia Di Furia ha il dovere di chiarire perché da dg dell’Asp di Reggio Calabria ha avviato, con propria deliberazione del luglio 2023, un accordo oneroso di collaborazione con il dipartimento di Scienze biomediche e Sanità pubblica dell’Università delle Marche, finalizzato ad affiancare il Comitato interno per la valutazione dei sinistri, tramite consulenze di Medicina legale provenienti da quell’ateneo». E’ quanto chiede con forza, attraverso una nota stampa, il Partito democratico della Calabria, che osserva: «La dg Di Furia ha saltato d’imperio i medici legali dell’Asp di Reggio Calabria e poi l’Università di Catanzaro, che pure ha professionisti della materia. Possibile che in tutta la Calabria e perfino nell’intero Mezzogiorno non ci fossero professionalità adeguate allo scopo? Come mai Di Furia ha sentito il bisogno di rivolgersi all’ateneo in cui si è laureata, che si trova nella stessa regione in cui risiede? Di Furia può dichiarare che nella vicenda non vi è traccia di conflitto di interessi? Soprattutto, quali sono le ragioni obiettive della scelta, priva di chiare motivazioni ufficiali, che sul piano dell’opportunità pone più che ragionevoli dubbi?».

«La struttura commissariale per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario è al corrente – domandano i dem calabresi – di questo accordo alquanto insolito? Che cosa ne pensa la giunta regionale: è favorevole oppure ritiene che sia francamente anomalo andare così lontano da Reggio Calabria, per reperire ad Ancona le professionalità occorrenti, considerato che le due città distano quasi 900 chilometri?».
«Al contrario di Di Furia, noi pensiamo – conclude la nota del Pd – che in Calabria ci siano professionalità più che idonee ad affiancare il Comitato dell’Asp reggina per la valutazione dei sinistri».