C’è un tassello che manca nel mosaico di adempimenti richiesti per avviare la progettazione del nuovo ospedale di Catanzaro. Si tratta di un documento tanto necessario quanto strategico, utile a dipanare l’intricata matassa dell’assetto sanitario nella città capoluogo; senza il quale nessun iter istruttorio potrà mai incominciare.

L’accordo di programma

Nell’accordo di programma stipulato lo scorso giugno tra ministero della Salute, Mef e Regione Calabria, il nuovo ospedale di Catanzaro figura infatti nello stralcio programmatico, ovvero come opera prevista ma non ancora in una fase attuativa. Ciò che manca è appunto un quadro sanitario aggiornato.

Il quadro sanitario aggiornato

Quello incluso nell’accordo e unico attualmente esistente, risale all’era Scura, l’ex commissario ad acta che forse per primo affrontò seriamente la questione dell’integrazione tra le due aziende ospedaliere catanzaresi, poi naufragata, e a redigere e ad approvare la rete ospedaliera calabrese.

Quello esistente

Nei fatti, rimasta in vigore fino a qualche tempo fa, fin quando non è stata poi aggiornata dall’attuale struttura commissariale. L’accordo di programma, insomma, include un quadro sanitario – l’unico per ora disponibile – che prevede il trasferimento all’interno degli spazi inutilizzati del presidio Mater Domini dei reparti a media intensità di cura dal presidio Pugliese fino a saturare circa 400 posti letto.

Il nuovo ospedale

Il nuovo ospedale, invece, da modellare sulla base dei posti letto rimasti, come presidio deputato ai servizi ad alta intensità di cura. Tutto questo – compresa l’ubicazione che come si legge nel documento non è ancora definitiva ma «nell’ambito dello sviluppo della progettazione di fattibilità tecnico-economica dell’opera, verranno prese in considerazione anche ulteriori ipotesi localizzative, compatibili con la migliore funzionalità e integrazione delle attività tra il nuovo ospedale ed il presidio Mater Domini» - dovrà essere sottoposto ad aggiornamento.

Le indicazioni del ministero della Salute

Nel frattempo, infatti, è stata approvata la nuova rete ospedaliera e l’azienda Dulbecco dispone di un maggior numero di posti letto, proprio in virtù dell’accorpamento dei due ospedali. Di ciò bisognerà tener conto, circostanze però che poco o nulla incidono sulle modalità operative più volte e perentoriamente espresse dal ministero della Salute e dal Mef: il nuovo ospedale sarà realizzato solo a condizione di saturare gli spazi inutilizzati del presidio Mater Domini.

Il tassello mancante

Sarà, dunque, necessario metterci mano e al più presto per stabilire quali reparti dovranno essere trasferiti nel presidio Mater Domini, dimensionando il nuovo ospedale sulla base dei posti letto effettivi e sulle funzioni che dovrà svolgere. Una volta determinato ciò, si potrà entrare nel vivo della progettazione, avviando l’iter istruttorio che si concluderà con la stipula di un nuovo accordo di programma. La definizione e l’approvazione del quadro sanitario è di competenza del commissario straordinario dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro, Simona Carbone.