Il sindaco di Cinquefrondi ed esponente nazionale di Unità popolare: «La Regione intervenga per garantire continuità alla rete territoriale. Occhiuto abbandoni la via degli spot e trovi il modo di aiutare i calabresi»
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«Nel silenzio generale ogni giorno molti sindaci calabresi ricevono dalle rispettive Asp di appartenenza la comunicazione dell’assenza di guardia medica nel proprio territorio nelle ore o addirittura nei giorni successivi». Lo ha dichiarato Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi nel Reggino ed esponente nazionale di Unione popolare, il movimento che fa capo a Luigi de Magistris.
«Un servizio essenziale - dice Conia - a garanzia della salute pubblica e che, teoricamente, permette ogni giorno e soprattutto ogni notte all’intera popolazione calabrese di avere supporto medico tempestivo anche al proprio domicilio a prescindere dalla vicinanza o meno dagli ormai rari ospedali pubblici del territorio regionale. Un servizio che, nei fatti, è erogato a singhiozzo poiché a rotazione quasi tutti i comuni della Calabria ricevono periodicamente la comunicazione di mancata erogazione del servizio per carenza di medici».
«Come se non bastasse - attacca il primo cittadino - la mancata erogazione di servizi all’interno degli ospedali spoke (quelli periferici) e nei servizi di medicina territoriale, come denunciato nei giorni scorsi anche dal consigliere regionale del gruppo de Magistris Presidente Ferdinando Laghi. La situazione, purtroppo cronica, è stata aggravata dal periodo Covid e da discutibili scelte o inazioni dei vari commissari straordinari e dal presidente regionale Occhiuto».
«Dopo aver giocato coi fondi Covid e Inail - conclude Conia - e soprattutto col destino degli ospedali più bisognosi di interventi strutturali urgenti e dopo l’ambigua scelta di rivolgersi a Cuba per provare a sopperire alle gravi carenze del sistema ospedaliero calabrese per via delle politiche di centrodestra contro la sanità pubblica di cui Occhiuto stesso è da sempre alfiere, il presidente abbandoni la via degli spot e trovi il modo di non scippare ai calabresi, in particolar modo quelli residenti nell’entroterra, anche il diritto a dormire sonni tranquilli, senza nessuno a cui rivolgersi in caso di malori in piena notte o nei festivi».