Il ridimensionamento e la chiusura di molte strutture destinate all’assistenza sanitaria, le interminabili liste di attesa per poter fruire delle prestazioni, la carenza cronica e crescente di operatori sanitari, sociosanitari e dei medici di medicina generale, il costante definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, l’ampliamento della privatizzazione del sistema di cure, stanno provocando il progressivo indebolimento dei servizi socio-sanitari pubblici e delle misure di protezione sociale.

Molti calabresi rinunciano alle cure

Contro questa deriva vi sarà a Cosenza sabato prossimo 9 novembre, una mobilitazione promossa da un comitato per la sanità pubblica in cui confluiscono le sigle di un nutrito gruppo di associazioni, presidi civici e laboratori culturali. Ma anche alcuni partiti politici tra cui Pd, Movimento Cinquestelle e Sinistra Italiana ed oltre sessanta sindaci di tutta la provincia, compreso quello del comune capoluogo. Salviamo il servizio sanitario pubblico il tema della manifestazione di piazza organizzata per denunciare il drammatico arretramento dell’universalità dell’accesso alle cure che incoraggia gli utenti a rivolgersi ai privati, escludendo dai circuiti diagnostici e delle terapie i soggetti più fragili e meno abbienti.

Nella sede della Cgil, durante la conferenza stampa di presentazione della iniziativa, snocciolati alcuni dei dati negativi che hanno portato alla iniziativa della protesta; oltre il sette percento delle famiglie calabresi è costretto a rinunciare alle cure mentre la Fondazione Gimbe rivela come nella regione ancora non vi sia traccia né delle case della salute né degli ospedali di comunità che bisogna realizzare con i fondi del Pnrr entro il 2026.

Il bisogno di salute ha soppiantato quello del lavoro

Peraltro, è stato sottolineato, dei posti aggiuntivi di terapia intensiva e sub-intensiva previsti per la Calabria, ne sono stati attivati solo l’otto percento a fronte di una media nazionale che supera il cinquanta percento. Attesa una massiccia partecipazione di cittadini: «La sanità in Calabria è il problema più spinoso – ricorda il segretario generale di Cosenza del sindacato Massimiliano Ianni - Una volta era il lavoro, adesso tutti parlano di sanità. Per questo abbiamo promosso questa manifestazione che non è di parte, ma deve coinvolgere tutti. Per cui non ci saranno vessilli e neppure comizi».

Durante il corteo, in partenza alle ore 9,00 da Piazza Loreto, con tre fermate davanti la Prefettura, la sede dell’Asp e dell’Azienda Ospedaliera, sarà data la parola soltanto a un medico, ad un paziente e ad un operatore sanitario. Il percorso si concluderà davanti l’Annunziata per un ideale abbraccio a tutti gli ammalati. Sullo sfondo la sensazione che il Paese sia diretto sempre più verso un sistema all’americana: «C’è una penalizzazione nei confronti dei più deboli che è assurda, enorme – ha detto tra gli altri Fernando Pignataro, segretario di Sinistra Italiana -. È il momento più opportuno per scendere nelle piazze per rivendicare il diritto alla salute che passa assolutamente dal sistema pubblico. In Calabria si è rinunciato a 18 ospedali soprattutto di frontiera e delle aree interne dove stanno venendo meno le guardie mediche, presidi importanti che consentivano al cittadino di accedere alle cure. I segnali sono pessimi e pericolosi. Bisogna allora rispondere con forza».

Comitato permanente

La manifestazione del 9 novembre 2024 sarà la prima di una serie di iniziative e mobilitazioni che il Comitato intende portare avanti, a cominciare dalla rivendicazione della costituzione dei Comitati Consultivi Misti all’interno delle aziende sanitarie. Un modo per partecipare concretamente alle scelte che riguardano la sfera sanitaria sul territorio provinciale.