Un’importante pubblicazione internazionale riguardante una nuova tecnica chirurgica tutta italiana. Anzi, calabrese. Autori sono infatti due medici in servizio nell’ospedale Annunziata di Cosenza: Sante De Santis, direttore facente funzione della Uoc di Otorinolaringoiatria, e Stefania Galassi, appartenente alla Uoc di Neuroradiologia.

La pubblicazione è di qualche giorno fa. È De Santis, nominato da circa un anno primario facente funzioni dall’attuale direttore generale Vitaliano De Salazar, a spiegare il funzionamento della nuova tecnica battezzata con il nome di “dragon fly” (libellula, ndr). 

«Questa innovativa tecnica chirurgica validata da uno studio radiologico della trachea – argomenta – consiste nel passaggio di alcuni fili di sutura tra gli anelli tracheali nei pazienti sottoposti a tracheostomia, che consiste in una apertura della trachea effettuata nei casi di ostruzione delle alte vie aere o a livello cautelativo per proteggere le basse vie aeree da sanguinamento durante altri interventi». 

«Nel corso degli anni – prosegue – ci siamo accorti che nei pazienti in cui è necessaria la chiusura della tracheostomia tale procedura risulta generalmente mal tollerata e talvolta può provocare un restringimento della trachea con gravi ripercussioni. Grazie a questa nuova tecnica, eseguendo alcuni passaggi al momento del primo intervento, la successiva chiusura della trachea risulta meglio tollerata dal paziente riducendo significativamente il rischio di restringimento e alterazione morfologica della trachea». 

«Attualmente lo studio riguarda circa 50 pazienti, ma ben presto arriveremo quasi al doppio considerato gli ottimi risultati ottenuti e le collaborazioni con altri ospedali. Il nome – rivela con un pizzico d’ironia – mi è venuto in mente dal disegno lasciato dai fili che sembrano le ali di una libellula stilizzata. Sono contento di aver ottenuto un così importante riconoscimento su una rivista internazionale e di aver ricevuto i complimenti degli editori stranieri che oltre a suggerirmi nuovi spunti su futuri lavori hanno espresso desiderio di mettere in pratica al più presto la mia nuova tecnica».

«Questo ha dimostrato – conclude il direttore facente funzioni Sante De Santis – come le buone idee possano essere portate avanti anche senza grossi finanziamenti dalla collaborazione multidisciplinare e come l’avvento dell’Università della Calabria e della nuova amministrazione all’Ao “Annunziata” abbiano incentivato l’attività di ricerca».