Trattamenti a carico dei pazienti e spese elevate (fino a 500-600 euro all’anno) frenano il ricorso alle terapie. L’immunologa dell’Asp di Vibo Furci: «Auspichiamo che i prodotti vengano riconosciuti come farmaci rimborsabili»
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Le linee guida internazionali raccomandano l'immunoterapia allergene specifica come la migliore terapia in grado di cambiare il decorso naturale delle malattie allergiche, ma in Calabria su 350 mila individui candidabili all'uso dei vaccini, pari ai due terzi della totalità dei pazienti allergici (mezzo milione), solo il 2% ne fa attualmente uso, dato in accordo con quello nazionale. Una situazione paradossale correlabile a vari fattori come la mancanza di rimborsabilità, ad eccezione di due prodotti di immunoterapia per le graminacee già in fascia A, e in alcuni casi una scarsa conoscenza e consapevolezza delle malattie allergiche.
Proprio per tale motivo vi sarà un intervento di sensibilizzazione che sarà diffuso da parte degli esperti, che si riuniranno domani per il primo congresso regionale della sezione Calabria della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), all'Università Magna Graecia di Catanzaro. «L'immunoterapia allergene specifica, ovvero il vaccino, è l'unica terapia in grado di modificare la storia naturale della malattia allergica, come la rinite allergica, l'asma bronchiale e l'allergia al veleno di imenotteri - dichiara Fabiana Furci, allergologa presso l'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, presidente della sezione Calabria Siaaic -. Si tratta di una terapia desensibilizzante che può essere somministrata per via sottocutanea o sublinguale e che mantiene la propria efficacia per molti anni dopo la sospensione del trattamento, la cui durata varia dai 3 ai 5 anni. Sono ormai moltissimi gli studi scientifici che dimostrano un effetto preventivo sulla progressione della malattia allergica e la sicurezza del trattamento con effetti collaterali poco frequenti, in particolare per l'immunoterapia sublinguale».
Rimangono molteplici le ragioni che limitano l'impiego dei vaccini in Calabria, tra questi i costi - riferisce una nota Siaaic - poiché nella Regione questo trattamento è a totale carico dei pazienti con una spesa di circa 500/600 euro l'anno. «Certamente il problema dei costi - sottolinea Furci - perché nella nostra regione questo trattamento è a totale carico dei pazienti, ad eccezione di due prodotti di immunoterapia sublinguale per le graminacee che sono stati classificati da Aifa come farmaci in fascia A e prescritti con piano terapeutico. A ciò si può aggiungere a volte la scarsa conoscenza o consapevolezza delle malattie allergiche, sebbene siano in continuo aumento, determinando un grande carico assistenziale».
L'esiguo accesso dei pazienti allergici a terapie adeguate - secondo gli esperti della Siaaic - si traduce in un peggioramento dei sintomi e in un aumento dei costi sostenuti dal sistema sanitario per affrontare le complicazioni dei casi più gravi e non ben controllati. I sintomi infiammatori scatenati dagli allergeni, infatti, possono culminare in un'escalation con asma bronchiale sia in età evolutiva che in età adulta. «Spesso una valutazione corretta della malattia allergica non può prescindere dall'esclusione di patologie concomitanti - fa notare Furci - da qui la necessità di un approccio di precisione e multidisciplinare, che coinvolga vari specialisti, come avverrà durante il congresso regionale della sezione Calabria della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), che si terrà domani, all'Università Magna Graecia di Catanzaro».
Durante il congresso «verranno affrontate varie patologie allergo-immunologiche e terapie quali l'immunoterapia allergene specifica, per la quale auspichiamo una maggiore attenzione e il cui riconoscimento dei vari prodotti come “farmaco” in regime di rimborsabilità da parte delle agenzie regolatorie, ne permetterà un maggior utilizzo con impatto positivo sulla salute dei pazienti allergici», conclude.