In peggioramento, nella settimana 14-20 aprile, in Calabria, l'indicatore relativo ai casi di Covid 19 attualmente positivi per 100.000 abitanti (741), mentre si registra una diminuzione dei casi (-2,2%) rispetto al dato analogo della settimana precedente. È quanto si rileva dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, relativo alla situazione della regione, che propone anche l'analisi sull'andamento della pandemia da Covid-19 e sulle forniture e somministrazioni dei vaccini.

Consistente la pressione sulle strutture ospedaliere: sopra la soglia di saturazione è infatti l'occupazione dei posti letto sia in area medica (50%) che in terapia intensiva (31%). La percentuale di popolazione calabrese che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 7,1% a cui aggiungere un ulteriore 7,7% solo con prima dose. Nella categoria over 80, la percentuale di soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale è pari al 44,5% a cui aggiungere un ulteriore 21,5% solo con prima dose. Per la popolazione compresa nella fascia di età 70-79 anni la percentuale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale è pari al 6,1% a cui aggiungere un ulteriore 20,1% solo con prima dose. Nella fascia di popolazione tra i 60 e i 69 anni l'1,8% ha completato il ciclo vaccinale, a questo dato va aggiunto un ulteriore 6,2% solo con prima dose. 

«Con liberi tutti stagione estiva a rischio»

A livello nazionale, nella settimana 14-20 aprile 2021, rispetto alla precedente, c'è ancora una diminuzione del 7,8% di nuovi casi settimanali di coronavirus (90.030 rispetto a 106.326) e un calo del 17,5% i decessi (2.545 rispetto a 3.083). Ma «la circolazione del virus nel nostro Paese rimane ancora sostenuta». È quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione che sottolinea come «il decreto aperture è un atto coraggioso 'sul filo del rasoio' per rilanciare le attività e placare le tensioni sociali ma se passa il messaggio liberi tutti, la stagione estiva è a rischio».

Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, che aveva raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (570.096), sono scesi a 482 mila. Si tratta, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, «di un numero molto elevato e sottostimato dall'insufficiente attività di testing e tracciamento. Peraltro, il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni».

Secondo il monitoraggio, in calo sono anche i ricoveri con sintomi (23.255 rispetto 26.952, pari a -13.7%) e le terapie intensive (3.151 rispetto a 3.526 pari a -10,6%). «Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali - commenta Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe - ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni».