Il report della Fondazione indipendente riporta oltre duecento casi ogni 100mila abitanti, ma ricoveri sotto soglia critica sia in terapia intensiva che in area medica
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Nella settimana 24-30 novembre in Calabria, il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, registra una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (233) e evidenzia un aumento dei nuovi casi (38,5%) rispetto alla settimana precedente.
Sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica (13%) e in terapia intensiva (9%) occupati da pazienti Covid. La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, rileva Gimbe, è pari 71,5% (media Italia 77,1%) a cui aggiungere un ulteriore 2,5% (media Italia 2,6%) solo con prima dose. Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 23,4% (media Italia 31,8%). Rispetto ai nuovi casi per 100.000 abitanti dell'ultima settimana questi sono così suddivisi, a livello provinciale: Reggio di Calabria 139, Vibo Valentia 120, Crotone 68, Catanzaro 59, Cosenza 58.
Il monitoraggio: il dato in Italia
In tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi di Covid-19: dal 3,2% di Abruzzo e Umbria al 39% delle Marche. In 32 Province si registrano oltre 150 casi per 100.000 abitanti. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo alla settimana dal 24 al 30 novembre.
Le 32 Province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti sono: Trieste (635), Bolzano (552), Gorizia (496), Rimini (362), Treviso (342), Forlì-Cesena (321), Padova (321), Venezia (300), Vicenza (298), Aosta (286), Pordenone (252), Ravenna (245), Ascoli Piceno (234), Imperia (233), Udine (219), Bologna (213), Rovigo (213), Belluno (209), Pesaro e Urbino (203), Fermo (200), Ferrara (192), Trento (188), Verona (184), Viterbo (177), Varese (176), Verbano-Cusio-Ossola (164), Cremona (164), Roma (161), Genova (160), Monza e Brianza (157), Ancona (155) e Como (151).
In 98 Province l'incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e in 16 Regioni tutte le Province superano tale soglia: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. L'incidenza settimanale dei casi è uno dei tre parametri, insieme alla percentuale di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica e in terapia intensiva, che determinano il passaggio di colore delle Regioni.
Crescono, nella settimana dal 24-30 novembre, le somministrazioni di vaccini anti Covid: sono state oltre 1,9 milioni, con una media giornaliera di 306.445. Decollano in particolare le terze dosi, che vedono un +52,5% rispetto alla settimana precedente, affiancate da prime dosi di nuovo in crescita e che vedono un balzo del 34,7%. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Al primo dicembre (ore 6.15) erano state somministrate 6.543.004 terze dosi, con un tasso nazionale di copertura del 31,8% ma con nette differenze regionali: si va dal 21,6% del Friuli-Venezia Giulia al 44,5% del Molise.
Dopo due settimane di stabilizzazione intorno a quota 127 mila, nell'ultima settimana il numero dei nuovi vaccinati è salito a 168.377 (pari appunto al +31,5%). Tuttavia, i 6,8 milioni di persone ancora non vaccinate «crescono troppo lentamente» e «due fasce in particolare preoccupano: da un lato 2,57 milioni di over50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall'altro i 1,16 milioni nella fascia 12-19 che "influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole».
Il presidente di Gimbe: «Fase d'incertezza legata alla variante Omicron»
«In questa fase d'incertezza legata alla variante Omicron - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - bisogna potenziare tutti gli interventi, seguendo il principio della massima precauzione. In particolare, incrementare le attività di sequenziamento, potenziare il tracciamento dei casi e monitorare attentamente le aree con rapido aumento di incidenza».
Per la popolazione rimangono fondamentali i comportamenti: «vaccinarsi e sottoporsi alla terza dose quando indicata e con massima priorità per anziani e fragili. Ma anche - conclude Cartabellotta - utilizzare la mascherina negli ambienti chiusi, possibilmente FFP2 se affollati, rispettare il distanziamento sociale e ventilare frequentemente i locali».