I pazienti sono stati avvisati ieri alle 18. Il sindacato: «Nessuno spiega quando saranno possibili nuovi esami, perché nessuno sa quando questo macchinario verrà rimesso in funzione e se verrà riparato il guasto comunicato per telefono agli ammalati in fila»
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In attesa da un mese per effettuare una Pet – l’esame diagnostico che permette uno studio approfondito delle patologie tumorali – alle 14 di ieri i pazienti vengono avvisati delle prescrizioni cui attenersi per oggi, giorno in cui avrebbero dovuto sottoporsi alla “tomoscintigrafia globale corporea”. Se non fosse che poche ore più tardi, alle 18, gli stessi pazienti vengono avvisati che la Pet non si può effettuare perché il macchinario è rotto. Succede all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e a denunciare la situazione, in una nota, è l’Unione sindacale di base.
«Che dire, di male in peggio! Ma soprattutto come Usb a cui si sono rivolti i famigliari, rileviamo una superficialità verso malati oncologici, ed altro, che hanno affrontato viaggi da tutta la regione per effettuare un esame, hanno pagato taxi, ambulanze, strutture alberghiere, per essere presenti ed ora a distanza di dodici ore si vedono il mondo crollare addosso e l’impossibilità di un esame che gli permetta di intraprendere cure ancora più invasive come la chemio! Esami diagnostici urgenti, dai quali può dipendere la vita di una persona», scrive il sindacato.
«Nessuno spiega – prosegue la nota – quando saranno possibili le nuove Pet, perché nessuno sa quando questo macchinario verrà rimesso in funzione e se verrà riparato il guasto comunicato per telefono agli ammalati in fila».
Continua l’Usb: «Il rimandare una diagnostica per immagini non fa altro che far perdere il contatto con i pazienti, svuotarli ancora di più psicologicamente, come se non bastasse la grave patologia di cui sono affetti, a Catanzaro succede che: nell’ospedale regionale, nel “capoluogo di regione”, al posto di espletare interventi urgenti e di una certa gravità dopo un mese di attesa, basta una semplice telefonata, senza prospettive future di invio in altre strutture per ricadere nell’oblio del supplizio ed allungare l’agonia dei nostri cittadini!».
«L’allungamento dei tempi di gestione di un paziente oncologico – rimarca il sindacato –, inevitabilmente, si ripercuote sullo stato d’animo delle persone che attendono di essere prese in cura, confidando nella medicina pubblica che non arriverà mai se non essere liquidati con una telefonata (in questo caso la telefonata non ha allungato la vita)».
E conclude: «Il guasto della Pet, purtroppo, non è l’unico disservizio con cui devono fare i conti gli utenti calabresi, alle prese anche con la carenza di personale, di strutture e presidi di zona in Calabria, con i commissari o con la politica sanitaria tutto è insufficiente. Come oramai di consuetudine inviteremo la Procura ad indagare».