«In merito all’articolo “Asp di Cosenza, interessi per tre milioni di euro pagati sulla base di «un documento fittizio»”, è doveroso precisare che trattasi di ennesimo atto di disinformazione e di mistificazione della realtà». È quanto si legge in una nota inviata dalla direzione generale dell’Asp di Cosenza a firma di Anna Maria D’Angelo che riportiamo di seguito per intero.

«Chi ha comunicato siffatta ennesima e fuorviante notizia, noncurante di verificare rigorosamente ciò che dice, ma interessato esclusivamente a portare all’attenzione dei cittadini news di tipo “scandalistico”, scambia e confonde “fischi per fiaschi”, così che le news, risultano essere, in verità solo ed unicamente “fake news”. Bastava che “l’esperto di sanità” avesse soltanto richiesto notizie all’Asp, per evitare di prendere un ennesimo scivolone e, semmai, avrebbe avuto un’occasione per dare un suo contributo su una vicenda che, giova ripeterlo, risale ad un periodo storico (2017), anno nel quale colui che ha reso le dichiarazioni riportate nell’articolo del vostro quotidiano era ben presente nella governance regionale che gestiva la sanità dell’epoca. Entro nel merito: la transazione di cui parla la persona risale all’anno 2017, approvata con Delibera, nello stesso anno, dal Direttore Generale allora in carica e con il supporto dell’Ufficio legale dell’Asp ed a tale deliberazione è riferito sia il pagamento di 3 milioni di euro che il documento fittizio creato ad hoc e citato nell’articolo. Tutto, quindi, è assolutamente estraneo alla odierna gestione che ha avuto inizio nel 2022. Ed infatti dal 2022, questo Direttore Generale, unitamente all’Uoc Gref, in ossequio ai principi di legalità, correttezza e trasparenza dell’azione amministrativa ha dato l’avvio ad una verifica contabile per eliminare le innumerevoli irregolarità contenute nella contabilità aziendale ed adottando, per la prima volta, dopo tanti anni i bilanci consuntivi. Si precisa inoltre che quanto comunicato nel medesimo articolo: “In particolare di interessi riconosciuti alla Bff Bank pari a tre milioni e 280mila euro". Questi interessi sono stati calcolati dall’Asp cosentina a favore dell’istituto di credito nell’ambito della transazione da 39 milioni di euro, è assolutamente falso e destituito di ogni fondamento: quella somma è infatti inserita nella transazione del 2017 e non certo in quella del 2023, ed appartiene, quindi, ad una governance ben diversa da quella attuale! Consiglio a chi scrive di essere meno frettoloso o, meglio, di evitare confusione e mistificazione dei fatti, al solo scopo di denigrare la governance regionale e aziendale che, al contrario, motivata dal ridare la doverosa dignità e credibilità alle Istituzioni, quotidianamente lavora con onestà, dedizione, passione , al fine di rimuovere le tantissime macerie, alimentate anche da chi oggi scrive e dimentica le alte responsabilità avute nel recente passato nel nostro territorio».

La controreplica di Massimo Clausi

Prendiamo atto della precisazione inviata dalla direzione generale dell’Asp di Cosenza, ma sottolineiamo come il punto non sia l’autore del pagamento di interessi per oltre tre milioni di euro sulla base di un documento che il tavolo interministeriale di controllo definisce “fittizio”. Il punto è che, in base a quel verbale, quelle somme probabilmente non erano dovute e sono state sottratte a servizi sanitari per i calabresi. Resta anche il fatto che, come si legge ancora nel verbale, la transazione è del 2017, ma ha avuto effetti sul conto economico del 2022. Quindi esiste un problema di cui il tavolo di controllo chiede conto all’attuale direzione generale

È chiaro infine che la vicenda riguarda un’altra transazione rispetto a quella da 39 milioni, risalente invece al 2023, sempre sottoscritta a favore della Bff Bank. La connessione, però sta nella certezza del credito visto che nella delibera n°2807 del 21 dicembre 2023, che ha ad oggetto proprio la transazione in questione, si legge che «eventuali somme corrisposte in relazione a suddetto accordo transattivo e non risultanti dovute, a qualsiasi titolo, saranno oggetto di restituzione». Ma la Pubblica amministrazione non è obbligata a transare solo in presenza di crediti certi ed esigibili?