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'La risposta data dal sottosegretario Vito De Filippo in commissione Affari Sociali alla Camera, sui criteri di assegnazione dei budget alle cliniche private disposti dalla struttura commissariale con il decreto 80, dimostra l'assoluta mancanza di trasparenza nella gestione della sanità calabrese e l'inadeguatezza del commissario Massimo Scura e del sub commissario Andrea Urbani.
La risposta del ministero che, immaginiamo, sia stata preparata in base ai dati forniti dalla struttura commissariale, non solo in alcune parti è difforme dalla relazione della dirigente della Regione Barone, ma addirittura omissiva e distorta.
Segnale inequivocabile della sciatteria con cui è gestita la sanità calabrese dalla struttura commissariale che non solo non risponde più agli interessi dei calabresi ma nemmeno del governo che li ha nominati.
I ministeri dell'Economia e della Salute farebbero bene a rimuovere i due commissari e affidare la responsabilità della gestione alla Regione, sotto la vigilanza dei ministeri competenti, l'affiancamento dell'Agenas e di un'altra Regione.
In Calabria è arrivato il momento della responsabilità, chi governa ha il dovere di rispondere al mandato dei cittadini cosi’ da essere giudicato per la propria attività.
Oggi, invece, nella sanità registriamo lo scontro tra il commissario e il sub commissario e tra la struttura commissariale e la Regione, contrasti che hanno mandato in tilt il sistema.
A questo si aggiunge l'arroganza di un commissario che addirittura contesta le disposizioni del direttore generale del Ministero che lo ha nominato.
Ed è ancora più grave che il commissario incontri negli uffici della Regione, esponenti politici di opposizione ed i loro suggeritori, che nel ruolo di dirigenti della Regione e fedelissimi di Scopelliti, hanno decretato la chiusura degli ospedali con il decreto 18 e 106.
Così facendo Scura si è posto da solo fuori dalle istituzioni, facendo venire meno la fiducia di chi lo ha nominato.
Quindi sarebbe meglio se il Commissario Scura rassegnasse le proprie dimissioni evitando ulteriori figuracce alle istituzioni, anticipando l’inevitabile conclusione che conduce alla sua estromissione dall’incarico'.