Contenzioso non totalmente quantificato e crediti di cui si sta ancora verificando l’attendibilità. È tutt’altro che dissipato il mistero che avvolge il bilancio dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Mentre infatti le altre aziende sanitarie e ospedaliere calabresi si apprestano o hanno già approvato il bilancio d’esercizio 2021, l’Asp di Cosenza ha varato per ora solo una rimodulazione del bilancio preventivo 2022.

Bilancio preventivo

Il documento contabile che ha natura programmatoria e tiene conto esclusivamente delle entrate e delle uscite dell’esercizio in esame, viene approvato in genere con un anno di anticipo. La necessità di rimodularlo – il 22 settembre scorso - viene giustificata dal commissario straordinario, Antonello Graziano, a seguito delle modifiche introdotte dalla Regione sul riparto del fondo sanitario.

Le risorse coprono i costi

Il dipartimento Tutela della Salute ha infatti fornito la tabella aggiornata contenente l’assegnazione delle risorse solo ad agosto e ciò ha consentito all’Asp di chiudere il bilancio preventivo con un utile. «Le risorse regionali bastano a coprire i costi dell’attività dell’ente in questo anno 2022» scrive il commissario nella relazione d’accompagnamento al bilancio preventivo.

Nessun consuntivo

Ma si tratta di un documento che tiene conto solo del valore e dei costi della produzione per l’anno in corso, peraltro interamente remunerati dalla Regione attraverso il riparto del fondo sanitario; quest’anno decisamente più corposo rispetto alle assegnazioni precedenti. Diverso valore ha, invece, il bilancio consuntivo che, oltre alla spesa corrente, custodisce memoria anche dei precedenti risultati di gestione e dello storico delle spese e delle entrate. Ma l'Asp di Cosenza per ora non l'ha approvato.

Sistema Cosenza

Vararlo sarebbe stata una impresa per niente semplice dal momento che l’Asp di Cosenza non ha approvato il precedente bilancio consuntivo proprio a causa dell’inattendibilità delle scritture contabili; non a caso finite anche al centro di una indagine della Procura che le ha ritenute falsificate nelle annualità precedenti. E il problema fatalmente si è riproposto anche quest’anno, peraltro messo nero su bianco nella rimodulazione del bilancio preventivo. Insomma, negli uffici amministrativi dell’azienda sanitaria è ancora tutto un work in progress come certifica la relazione stilata dal commissario straordinario.

Il contenzioso

Le prime note dolenti provengono dall’esame del contenzioso, ovvero tutte le cause intentate all’Asp. Lo scorso settembre l’ufficio legale ha trasmesso un prospetto che anche il commissario straordinario ha giudicato insoddisfacente. Secondo quanto dichiarato nella relazione, nell’elenco sono stati inserite solo le sentenze d’Appello e di Cassazione, mentre non si sarebbe riusciti a venire ancora a capo dell’esito dei precedenti gradi di giudizio «tali da non consentire una corretta imputazione in bilancio» si legge.

I pignoramenti

Sentenze, insomma, di cui non si conosce l’esito (favorevole o sfavorevole) e soprattutto l’importo, riconducibili ad esercizi finanziari precedenti. Lo stesso vale per i pignoramenti, l’ufficio legale e quello economico finanziario allo stato si trovano in una fase di verifica dei decreti ingiuntivi già pagati o ancora in corso di pagamento da parte della banca «per poter allineare le partite contabili con la cassa dell’anno 2018».

I debiti accertati

Tuttavia, all’esito di una prima e parziale ricognizione l’Asp di Cosenza ha ricostruito la presenza in bilancio di 386 milioni di debiti. Si tratta di importi dovuti alle altre aziende del servizio sanitario calabrese, alle case di cura, alle strutture convenzionate, al personale e la lista è piuttosto lunga. Ma tra tutti spicca il debito di 214 milioni di euro maturato nei confronti dei fornitori. «L’attività ricognitiva debitoria prosegue analizzando le singole partite mediante la prosecuzione dell’attività di circolarizzazione iniziata nel mese di aprile conciliando con la controparte il dato iscritto in bilancio» si legge nella relazione. Insomma, si tratta di un dato del tutto parziale, come parziale è anche l’analisi del contenzioso.

I crediti

Particolarmente scivoloso, invece, il capitolo dedicato ai crediti, ovvero quegli importi che l’azienda vanta ma che – almeno secondo quanto scritto nella relazione – non sempre si è provveduto a riscuotere. Ad esempio, risultano crediti nei confronti di cliniche private cosentine per sentenze esecutive per le quali non si sarebbe proceduto a recupero. Evidentemente si tratta di somme datate dal momento che il commissario «sta verificando se negli anni passati è stata avviata una procedura di interruzione della prescrizione, se sono state avviate procedure per il recupero dei crediti e le ragioni del loro mantenimento in bilancio».

Somme non recuperate

Nel caso in cui sia trascorso un lungo periodo senza che il credito venisse richiesto o recuperato da parte dell’Asp questo dovrà intendersi prescritto e non più esigibile. Le somme dovranno, quindi, essere rimosse dal bilancio ma non è certo questo l’aspetto più preoccupante. Se appurate, simili inadempienze configurerebbero infatti un danno erariale o peggio ancora reati di natura penale. Le sentenze per le quali si è avviata una analisi più approfondita e da cui l’Asp ne è uscita vittoriosa sono almeno cinque e superano per valore i 20 milioni di euro.