Depositato dall'avvocato Pitaro nell'interesse dell'Usb per verificare irregolarità o se si configuri un danno erariale per «sperpero di denaro pubblico»
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È stato depositato alla Procura della Corte dei Conti per la Calabria un esposto con riferimento all’acquisto da parte dell’Asp di Cosenza, a seguito di accordo con Azienda Zero, di automediche e ambulanze di seconda mano dalla Regione Lombardia per l’importo di euro 558.320. Si tratta del caso sollevato da LaC News24 riguardante la convenzione per la concessione a titolo oneroso di 20 automezzi di soccorso usati.
A dare notizia del deposito dell'esposto è l'avvocato Francesco Pitaro a cui si è affidato Antonio Jiritano, rappresentante legale dell’Usb Catanzaro. Si legge nell’atto che «è, purtroppo, noto che il sistema emergenza/urgenza della Regione Calabria, nonostante l’instancabile impegno degli operatori sanitari, presenta spesso falle e molte volte non è efficiente e sono frequenti le notizie di ambulanze che, a seguito di richieste di soccorso, non arrivano tempestivamente o se arrivano sono prive del personale medico».
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«A fronte del fragile sistema calabrese di emergenza/urgenza ci si sarebbe aspettato da parte della Regione Calabria acquisti di mezzi di soccorso di prima mano e affidabili e efficienti e non certamente di mezzi di soccorso usati e di seconda mano e già utilizzati da altre strutture sanitarie di altre Regioni» si legge ancora nell'atto.
«Infatti, i mezzi di soccorso sanitario, proprio per la delicata funzione cui devono rispondere, devono possedere il primario carattere dell’affidabilità e dell’efficienza e della sicurezza che evidentemente non possono avere mezzi di soccorso già usati; che, infatti, se i mezzi di soccorso usati e venduti alla Calabria avessero avuto gli indispensabili caratteri dell’affidabilità non vi sarebbe stata ragione per la Lombardia di cedere dietro prezzo i detti mezzi al sistema sanitario calabrese».
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Ed ancora, si legge che: «L’Asp di Cosenza ha proceduto all’acquisto dall’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza della Regione Lombardia (AREU) di 10 automediche e 10 autoambulanze senza bando né avviso pubblico all’acquisto per il prezzo complessivo di 558.320 euro senza preventiva perizia o valutazione dei mezzi di soccorso usati dal sistema regionale della Lombardia».
«A tutto ciò si aggiunga che i mezzi usati acquistati sono, per come si evince dal testo della deliberazione dell’Asp di Cosenza “privi degli equipaggiamenti sanitari di bordo specifici" e, pertanto, non immediatamente utilizzabili - prosegue - se non dopo l’acquisto dei detti necessari equipaggiamenti sanitari che comportano inevitabilmente un ulteriore costo».
«Pertanto, da un canto la Regione Lombardia si è disfatta di mezzi di soccorso usati dietro il pagamento di un prezzo e dall’altro canto la Regione Calabria, il cui sistema di emergenza/urgenza è in moltissimi casi inefficiente e non tempestivo, ha acquistato con soldi pubblici i detti mezzi di soccorso usati e non immediatamente utilizzabili se non dopo l’esborso di ulteriori somme».
«A parte la opportunità o meno di integrare il parco mezzi di soccorso attraverso l’utilizzo di mezzi usati - conclude l'avvocato - non è dato capire perché l’Asp di Cosenza si sia rivolta soltanto alla Regione Lombardia per procedere all'acquisto e non si sia rivolta, anche attraverso bando/avviso, ad altri enti pubblici o soggetti privati».
Nell’atto dell’avvocato Francesco Pitaro infine è stato chiesto «che la Procura Regionale presso la Corte dei Conti per la Calabria voglia, in merito ai fatti esposti, svolgere i necessari e dovuti ed opportuni accertamenti al fine di verificare ed accertare se l’acquisto dei venti mezzi di soccorso sanitario usati sia avvenuto in conformità alle norme di legge o se il detto acquisto sia avvenuto con sperpero di denaro pubblico e che ove la Procura Regionale presso la Corte dei Conti ravvisi l’esistenza di violazione di legge e di danno erariale e di responsabilità adotti i dovuti atti e provvedimenti al fine di fare accertare la responsabilità di chi ha agito contra legem determinando un ingiusto danno erariale».