«In Calabria occorre oltre mezz'ora, in media, per l'arrivo di un'ambulanza dopo una chiamata di soccorso, ben oltre il limite consentito, con un peggioramento dall'inizio della pandemia. Spesso l'ambulanza arriva senza il medico. Il 118 continua a essere un servizio a metà, vista la mancanza di personale medico nei mezzi di soccorso. Il ritardo nel giungere a destinazione e la mancanza di personale qualificato a bordo possono costare la vita a chi ha bisogno di un soccorso rapido e efficace». Lo afferma, in una nota, Amalia Bruni, leader dell'opposizione in Consiglio regionale.

«La vicenda del 118 - aggiunge - è stata tra le prime che ho affrontato addirittura durante la campagna elettorale di un anno fa, ma da allora non si è fatto nulla di concreto. Dobbiamo restituire per intero le funzioni al 118 ripartendo, ad esempio, dal contratto che deve essere rinnovato, visto che quello in vigore risale addirittura al 2006. Ecco, prima che pensare ad aumentare gli stipendi ai manager che governano la nostra sanità, bisogna mettere le risorse al posto giusto e quella dell'emergenza urgenza è uno dei primissimi capitoli da risolvere, offrendo soluzioni concrete che possano portare al ripristino del 118 in tutta la sua efficienza. La carenza di medici mette a serio rischio la sostenibilità del servizio territoriale in tutti i suoi livelli».

«Sono importanti, quindi - dice ancora Amalia Bruni - un confronto ed un'eventuale azione combinata tra le rappresentanze dei medici di medicina generale e i sindaci calabresi, che sono impegnati a sostenere la continuità dell'assistenza sanitaria nei loro comuni. Sarebbe utile, anche l'apertura di un tavolo tra Regione ed operatori sanitari per comprendere il punto centrale del problema e trovare la soluzione più adatta come sta facendo la Regione Puglia, che si avvia a riformare radicalmente il servizio del 118».