Sugli operatori sanitari imboscati arriva anche il dato dell'Asp di Vibo Valentia. Qui sono 23, numero che fa schizzare a oltre 1350 il totale calabrese. Si tratta di medici, infermieri, oss e tecnici impiegati in mansioni differenti rispetto a quelle per cui sono stati assunti. Nel caso di Vibo sono «5 dirigenti medici, 7 infermieri, 7 oss, 1 tecnico sanitario di laboratorio biomedico, 1 fisioterapista, 1 puericultrice, 1 ausiliario specializzato», lo spiega il consigliere regionale M5s Davide Tavernise che mesi fa avviato una ricognizione sui medici imboscati, attraverso le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. 

Leggi anche

A Vibo ai 23 imboscati, sottolinea, «si devono aggiungere anche 109 dipendenti in possesso di inidoneità certificata e/o idoneità con prescrizioni limitanti, rispetto alle mansioni proprie della qualifica di appartenenza. Le prescrizioni/limitazioni più frequenti per i medici riguardano la non disponibilità ai turni notturni, mentre per per gli infermieri e gli operatori socio-sanitari le prescrizioni/limitazioni più frequenti riguardano la non disponibilità alla movimentazione dei carichi».

Un fenomeno quello dei sanitari imboscati, che secondo Tavernise va monitorato. «Al momento i dati che presentiamo non coprono tutte le aziende sanitarie calabresi, poiché manca all’appello l’Asp di Cosenza che con oltre 5mila dipendenti è la più grande della Regione. Per questo mi sono trovato costretto a far ricorso al difensore civico della Calabria che si è prontamente attivato nella risoluzione della problematica. Al di là del dato numerico che comunque è importante, e dell’immobilismo dell’ufficio del commissario ad acta della Sanità, a seguito di questa mia azione, alcune Asp hanno iniziato quei controlli e quelle verifiche che fino ad oggi non erano mai state effettuate. Il che è un segnale positivo sul quale dobbiamo continuare a lavorare», conclude Tavernise.