Il sit-in

Vibo, la mobilitazione per la sanità non si ferma: nuovo presidio davanti all’ospedale Jazzolino

VIDEO | L’Osservatorio civico città attiva chiama a raccolta sindacati e movimenti e invoca risposte sul «diritto alla salute mortificato da trent’anni». Incontro positivo con il commissario Battistini ma il crollo nel reparto Ostetricia getta nuove ombre

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di Stefano Mandarano
30 giugno 2023
16:55

Il fronte della protesta per il diritto alla salute si allarga e la cadenza delle iniziative si intensifica. A Vibo Valentia, l’Osservatorio civico città attiva dà vita alla quarta iniziativa di mobilitazione incassando il sostegno del sindacato Usb, di attivisti giunti anche dal Reggino e di altri movimenti cittadini.

Al centro della rivendicazione c’è sempre la qualità dei servizi erogati dal principale ospedale della provincia, lo Jazzolino di Vibo (presidio sanitario davanti al quale si è svolta stamattina la nuova manifestazione), e l’interminabile attesa della realizzazione della nuova struttura ospedaliera la cui prima pietra venne posata circa 20 anni or sono in località Cocari. Ma è tutto il sistema della sanità nel territorio provinciale, con le criticità di sempre (le carenze strutturali e d’organico soprattutto), a finire nel mirino dei contestatori.


L’Usb: «Contratti collettivi non rispettati»

«L’ospedale di Vibo, così come tutti gli ospedali calabresi, soffre soprattutto una carenza di personale e di mezzi che sta producendo un forte depauperamento della possibilità di cura», afferma Vittorio Sacco dell’Usb regionale. «Come sindacato siamo al fianco dei comitati in lotta ma puntiamo anche ad avvicinare i lavoratori ai pazienti, perché molto spesso la giusta rabbia di chi non riesce ad aver accesso alle cure viene riversata sui lavoratori. Ma non bisogna dimenticare che chi lavora sta facendo sforzi immani ed è sottoposto a turni massacranti: quasi nessuno degli ospedali calabresi rispetta il contratto collettivo di lavoro in relazione ai riposi, perché non c’è personale».

Invocata la fine del commissariamento

Quindi Sacco chiede «che finisca immediatamente il commissariamento della sanità calabrese, che si assuma nuova forza lavoro, che vengano potenziati i posti letto ed aperte nuove unità di Pronta emergenza, in particolare nel periodo estivo. Nella bella stagione la popolazione calabrese decuplicherà, per questo è necessario un aumento del personale sanitario e dei mezzi necessari. Non chiediamo la Luna - conclude Sacco - ma il rispetto dell’art. 32 della Costituzione sul diritto alla salute».

«Battistini persona concreta». Basterà?

Ci sono però anche delle novità positive o, quantomeno, elementi di speranza da tenere in considerazione, per Francesca Guzzo, esponente dell’Osservatorio. «Noi non smetteremo mai di lottare - spiega - e ieri siamo stati ricevuti dal nuovo commissario straordinario Battistini del quale abbiamo avuto un’impressione ottima, di una persona concreta che ha voglia di fare per superare la burocrazia, che si rende conto delle problematiche di tutta la provincia. Dal canto nostro vogliamo coinvolgere il maggior numero di persone e comitati, perché solo uniti potremmo ottenere tutto ciò che ci spetta di diritto».

Il crollo in ginecologia? «Tragedia mancata»

È ancora fresco il ricordo dell’ultimo episodio sconcertante avvenuto all’interno dell’ospedale cittadino: il crollo di parte della controsoffittatura del reparto di ostetricia e ginecologia. Fortunatamente senza danni alle degenti o agli operatori.

«È stata l’ennesima tragedia mancata per puro caso - secondo Daniela Primerano dell’Osservatorio civico città attiva -. La verità è che questo è un territorio completamente abbandonato da almeno trent’anni. Si è continuato a sperare nel nuovo ospedale e nel frattempo si è trascurato quello esistente che però è fondamentale funzioni perché deve dare risposte a un bacino di 150mila persone. Chiediamo ai cittadini, ai comitati, alle associazioni di unirsi alla nostra lotta perché questa è una battaglia di tutti».

Chiamata alla lotta

Tra chi ha già risposto all’appello c’è il movimento Vibonesi resistenti, rappresentato da Menella Potenza. «Non potevano non raccogliere questo stimolo perché riteniamo che si debba partecipare attivamente alla cosa pubblica, contro il malaffare e contro i disservizi di cui siamo pieni - ha affermato -. Riteniamo sia importante anche la partecipazione di tutti i cittadini e che i cittadini pretendano quelli che sono i diritti fondamentali: da questo deriva la qualità della vita. Noi siamo e saremo sempre dalla parte degli operatori della sanità, dei medici e degli infermieri e paramedici che fanno il loro dovere ma, al tempo stesso, saremo contro quella parte di personale caratterizzata da lassismo, menefreghismo e altri interessi».

Da Oppido a Vibo per il diritto alla salute

A sostenere la protesta anche il Comitato 19 febbraio dell’ospedale Maria Pia di Savoia di Oppido Mamertina, rappresentato da Mariano Mazzullo. «Siamo qui a Vibo per portare solidarietà rispetto ad una situazione sanitaria che è critica in tutta la regione - ha affermato -. Noi siamo in occupazione permanente, dal 19 febbraio scorso, per chiedere la riattivazione dei servizi essenziali perché ritengo sia un’assurdità che, a dispetto della pressione fiscale che subiamo, tra le più alte in Italia, noi calabresi non abbiamo poi la garanzia di un servizio essenziale come la sanità».

Padre Pio prega per noi…

All’ombra della statua di San Pio che presidia piazzetta Fleming, Vincenzo Neri di Cittadinanzattiva si lascia andare, infine, ad una metafora religiosa: «in fatto di prestazioni sanitarie la preghiera non basta, me che meno se si sbaglia indirizzo e anziché rivolgersi ai Santi ci si rivolge a chi ha fatto della sanità un baluardo di clientela e di potenza personale. L’accesso alla salute è un diritto e non può essere oggetto di favoritismi» conclude.  

Giornalista
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