Il commissario ad acta: «Negli ultimi 15 anni è stata abbandonata. C’è stato un lungo commissariamento che avrebbe dovuto accertare i conti e migliorare il sistema sanitario
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«Sulla sanità, in tutta Italia, si è fatto poco negli ultimi decenni, adesso il governo Meloni sta tentando di riformare alcuni aspetti che, purtroppo, sono stati ignorati per tantissimi anni. Ad esempio, sul numero chiuso per la Facoltà di Medicina ricordo che anni fa l’Ordine dei medici sosteneva che si laureavano troppi medici in Italia e quindi bisognava restringere. Poi, dopo il Covid, ci siamo resi conto che i medici non bastano». A dirlo Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, intervistato da Lavinia Spingardi all’interno di “Agenda”, su SkyTg24.
«Non si è mai intervenuti sulla retribuzione dei medici, che sono i peggio pagati in Europa e si dimettono - prosegue Occhiuto - per andare a lavorare all’estero. In Calabria sono costretto a farli venire da Cuba, perché altrimenti dovrei chiudere gli ospedali. Ci sono stati dei giganteschi errori di programmazione del sistema sanitario. La Calabria negli ultimi 15 anni è stata abbandonata. C’è stato un lungo commissariamento che avrebbe dovuto accertare i conti e migliorare il sistema sanitario, ma in tutti questi anni non hanno nemmeno quantificato il debito».
«Si diceva che la Calabria avesse una contabilità sanitaria ‘orale’. Io in un anno sono riuscito a dimostrare che siamo in avanzo d’amministrazione e che non abbiamo deficit e, soprattutto, dopo 12 anni, grazie ad un contributo in termini normativi da parte del governo, siamo riusciti a chiudere i bilanci delle Aziende sanitarie. Stiamo facendo un lavoro davvero importante. Anche in Veneto e in Lombardia, dove ci sono sistema sanitari efficienti, hanno difficoltà ad assumere medici, figuriamoci in una Regione come la Calabria che per decenni non ha fatto - conclude Occhiuto - investimenti né in strutture, né in tecnologie, né in personale. Ora gli investimenti li stiamo facendo, ma è difficile farli in tutta Italia ed è dunque ancora più difficile farli in Calabria».