VIDEO | La denuncia dell’Associazione italiana persone down: «I medici di base non hanno indicazioni, la piattaforma non sempre funziona e i familiari dei nostri ragazzi il più delle volte costretti a tornare indietro»
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A diverse velocità e in ordine sparso. Prosegue così la campagna vaccinale anti-Covid in Calabria. E capita che a Crotone come a Cosenza, molte persone con disabilità, ma soprattutto i loro familiari, non riescano ancora a ricevere il vaccino, nonostante rientrino nelle categorie prioritarie, come riportato nelle recenti raccomandazioni ministeriali del 10 marzo scorso. Nel documento, infatti, si dispone di procedere alla vaccinazione non solo di «soggetti over 80 e soggetti con elevata fragilità» ma «ove previsto dalle specifiche indicazioni» anche «dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari».
Ignorate le raccomandazioni ministeriali
L’Asp pitagorica, però, denuncia la presidente dell’Associazione Italiana Persone Down di Crotone, Alessia Sisca, non ha recepito le raccomandazioni ministeriali: «A Crotone, purtroppo, non a tutte le persone con disabilità, in particolar modo ai beneficiari della legge 104 in condizioni di gravità (art.3, comma 3) e ai loro familiari vengono garantiti i vaccini. Tutto si riduce al buon senso e alla buona pratica dei medici di base, che evidentemente recepiscono la normativa, ma non hanno mai ricevuto alcuna indicazione in merito da parte dell’Asp. Quindi ci ritroviamo con un diverso trattamento a seconda del medico che ci segue» spiega Sisca, sottolineando quanto sia «opportuno che i familiari delle persone fragili si vaccinino per proteggerle», soprattutto se si tratta di minori.
Caregiver mandati a casa
Un problema creato anche dal malfunzionamento della piattaforma per le prenotazioni online: «In tutta la Calabria ci segnalano disservizi che non permettono la registrazione» aggiunge Sisca. Il sistema, infatti, spesso non riconosce i codici di esenzione e non consente la prenotazione di tutti i familiari conviventi. Una falla, che qualche medico, appunto, ha provato a superare inserendoli nelle proprie liste. Qualcuno è riuscito a prenotarsi autonomamente, ma non a tutti è andata bene. «Siamo venuti a conoscenza che molti caregiver, giunti al centro vaccinale, vengono rimandati indietro. Mio marito è riuscito a prenotarsi e ha appuntamento per domani, vedremo se riuscirà a vaccinarsi» ci racconta Maria Rosaria Calabretta, vice presidente dell’Aipd di Crotone.
Servono indicazioni precise
«Noi ci sentiamo abbandonati, in uno stato di confusione. Vogliamo proteggere al massimo la salute dei nostri figli e mi batto per avere delle indicazioni precise. Quando ci si rivolge al proprio medico con fiducia e ci si sente rispondere che loro quelle indicazioni non le hanno avute, ci sentiamo in preda alla disperazione» si sfoga Calabretta, madre di una ragazza di 28 anni, cardiopatica e con sindrome di Down. La figlia il vaccino l’ha ricevuto, sì, ma a Catanzaro, grazie alla disponibilità dei medici della Pediatria Universitaria del Pugliese-Ciaccio, dove è stata presa in carico fin dalla nascita. «Quando il mio medico di base mi ha contattata per vaccinarla, ormai avevamo già fatto» ci spiega.
Manca la presa in carico
E proprio la questione della presa in carico delle persone con sindrome di Down è un altro problema irrisolto a Crotone: «Andrebbero seguite subito dopo la nascita, con controlli costanti durante la crescita, valutandone i progressi, fino all’introduzione nel mondo lavorativo per realizzare il cosiddetto “progetto di vita”. Ma qui tutto questo è un’utopia» evidenzia con amarezza Sisca, che attraverso l’associazione Diversi Ma Uguali Kr, che ha fondato qualche tempo fa, si era già in passato rivolta all’Asp. «Avevamo chiesto e ottenuto un day hospital, ma poi è stato sospeso. Lo scorso mese di gennaio abbiamo ribadito la nostra richiesta e la necessità di attivare la presa in carico delle persone con sindrome di Down, ma ad oggi non abbiamo risposte in merito».