Una targa in ricordo di chi si è battuto per il diritto alla salute, un’intera area dell’ospedale di Tropea appena realizzata e dedicata a Franco Vita, imprenditore pargheliese recentemente scomparso dopo anni di dialisi, simbolo di chi non si è mai arreso di fronte alle difficoltà della malattia e del settore sanitario.


Alla presenza di importanti autorità istituzionali e mediche, si è svolta questa mattina la cerimonia di inaugurazione del tunnel vetrato che collega il reparto Dialisi al padiglione centrale del nosocomio, rimasto per molti anni un passaggio esposto alle intemperie, con significativi disagi per pazienti e sanitari.


La vedova di Franco Vita, la signora Rita Gabrielli, insieme con il direttore generale dell’Asp di Vibo, Angela Caligiuri, e il rappresentante del comitato Pro ospedale, Francesco Rotolo, hanno proceduto alla scopertura della targa “A ricordo di Franco Vita – come riportato nel testo -, per il suo impegno e la sua tenacia rivolti al miglioramento dei servizi e delle strutture di questo ospedale. Il suo esempio sia da insegnamento per tutti”.


Tra i partecipanti anche il consigliere regionale e presidente della Commissione sanità, Michele Mirabello, il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano, il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, e quello di Parghelia, Antonio Landro, il parroco della cattedrale di Tropea, Don Ignazio Toraldo, e di Parghelia, Don Giuseppe Florio, oltre al personale sanitario e ai dializzati.


Significativa anche la presenza dei rappresentanti Aned, Pasquale Scarmozzino, Rossella Jannello e Nino Valeri, i quali hanno ricordato che «Franco Vita era un membro dell’Associazione nazionale emodializzati. Vorremmo – ha proseguito Scarmozzino – che tutti fossero impegnati socialmente come lui, un uomo che ha dato una svolta ai problemi, non solo dei dializzati di Tropea, ma anche di tutta la provincia di Vibo».


La vedova Vita ha invece ringraziato «la direzione dell’Asp e il comitato Pro ospedale. Spero che questa giornata – ha spiegato – serva a tutta la comunità per fare di tutto affinché si possa recuperare un presidio come quello di Tropea».