VIDEO | Nella puntata di Prima della notizia abbiamo visitato il centro diurno Al.Pa.De di Catanzaro e intervistato la presidente Elena Sodano
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È stata raccontata la realtà dell’associazione Ra.Gi di Catanzaro, che dal 2008 si prende cura delle persone con demenze e malattie neurodegenerative, nell’ultima puntata di Prima della notizia condotto da Pasquale Motta. Durante il collegamento in diretta dallo spazio Al.Pa.De , l’unico centro diurno regolarmente autorizzato dalla Regione Calabria e specializzato nel trattamento non farmacologico delle demenze, Rossella Galati ha intervistato la presidente dell’associazione Elena Sodano che ha illustrato l'importante lavoro svolto ogni giorno.
«Noi – illustra la dottoressa Sodano - siamo un punto di riferimento dal punto di vista socio-assistenziale per tantissime famiglie. Le demenze rappresentano una emergenza mondiale, sono malattie sommerse che molto spesso vengono accostate alla normalità delle persone anziane mentre, invece, non è così. C’è anche da dire che ci sono persone che si confrontano con demenze anche in età giovane, basti pensare che qui da noi c’è un’ospite di 38 anni e dopo il periodo del primo lockdown abbiamo ospitato molte persone con uno stato di malattia ad esordio precoce».
«Le famiglie – continua la presidente dell’associazione - delle persone affette da queste patologie sentono il bisogno di non essere lasciate da sole, di sapere che a qualunque ora possono parlare dei loro problemi con qualcuno. Ormai la nostra è diventata una grande famiglia allargata».
«Esistono dei punti di ascolto che ci sono stati richiesti da alcune piccole realtà e Comuni attanti a queste tematiche. È un progetto che stiamo portando avanti assieme alla cooperativa Coris, siamo riusciti ad aprire già 5 punti a Soverato, Pianopoli, Tiriolo, Botricello e Chiaravalle dove i sindaci ci hanno dato grande collaborazione mettendo a disposizione delle sale. Questi sportelli sono dotati di un’equipe formata da due operatori sanitari e un educatore con il supporto di due psicologi. Stiamo per attivare altri punti di ascolto anche fuori provincia perché stanno arrivando molte nuove richieste».
«La speranza – conclude Elena Sodano - è che le istituzioni capiscano che queste persone non devono avere soltanto un supporto sanitario e quindi farmacologico. Mi auguro che ci sia la possibilità di capire che sono delle persone che hanno tantissimo da dare perché hanno il diritto di vivere una vita più umana e normale possibile, tantissimo da dimostrare a livello emozionale perché è ciò che la demenza non cancella».