«La situazione della sanità calabrese, a circa nove anni dal commissariamento, è assai grave. Chi pensava, giustamente, che con questa legislatura regionale si potesse tornare all'ordinaria amministrazione è rimasto deluso». Lo afferma l'onorevole Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia. «Ed è qui il primo vulnus - aggiunge - giacche' si consegna a chi vincerà le elezioni di novembre un contenitore vuoto, le cui competenze sono ancora affidate alla struttura commissariale. Tornando per un attimo alla radiografia della qualità e quantità dei servizi il piano di alternativa all'ospedalizzazione, che dovrebbe rimanere pertinenza degli stati acuti, è fallito. Il territorio, da Cosenza a Reggio Calabria, versa in condizioni quasi comatose, ingigantito da un deficit storico risalente alle vecchie gestioni di centrosinistra e incapace di programmare le case della salute. L'offerta - dice ancora la coordinatrice regionale di Forza Italia - si concentra ancora sui nosocomi con l'affollamento di quelli capoluogo e il conseguente decadimento delle prestazioni».

L’emigrazione sanitaria

Nello specificare che «i Lea sono garantiti al minimo, mentre la media dei tempi di attesa per prestazioni definite semplici (visite specialistiche) in alcuni casi supera gli otto mesi» la Santelli aggiunge: «L'emigrazione sanitaria in questo contesto e pur in presenza di un polo universitario mai rilanciato, cresce annualmente del 6%. Il blocco del turnover ha praticamente eliminato le strutture amministrative che sono indispensabili per avviare i procedimenti. La legge sul precariato è stata disattesa in larga parte e sono state favorite esternalizzazioni clientelari dei servizi, senza alcun rispetto per i diritti dei lavoratori».

«Nel silenzio crescono i debiti»

Tutto questo «è prepotentemente maturato nell'ultimo triennio, mentre il commissario e il governatore pensavano esclusivamente a litigare. Il settore più importante della Regione, in termini di priorità civica e di voce di spesa, è tornato al modello nefasto degli anni ottanta. Gli ospedali nuovi dove sono? - si chiede Santelli - solo annunci propagandistici in un quadro nel quale mancano le risorse. La diagnosi è impietosa ed è necessaria per tentare di trovare una terapia. Nel silenzio crescono debiti - conclude - contenziosi e favoritismi, tutti consumati sulla pelle e sulla salute dei cittadini calabresi. Che ormai rinunciano anche a curarsi, a riprova della sconfitta di chi ancora oggi governa la Calabria».