Molto meno di un ospedale e di gran lunga inferiore, per prestazioni erogate, di qualsiasi presidio ospedaliero. La struttura sanitaria che sorge a Soveria Mannelli dovrebbe coprire il fabbisogno assistenziale di un bacino d'utenza compreso nell'area del Reventino. Zona situata a cavallo tra le province di Catanzaro e Cosenza e, in ragione della distanza dai principali poli sanitari, munito di un reparto di prima emergenza e di un pronto soccorso. Ma come nei migliori paradossi calabresi la struttura non è dotata di unità chirurgiche in grado di intervenire nei casi di emergenza. Un pronto soccorso, però, presente solo sulla carta ma che opera nei fatti come una buona guardia medica.

 

Se i sanitari del 118 sono bravi a fare la diagnosi, ci dice un medico a telecamere spente, il paziente da casa lo trasporta direttamente all'ospedale di Lamezia Terme o a Catanzaro. Ma persino durante il giorno e per interventi non proprio complessi l'ospedale montano non sembra essere tanto gettonato. Guadagniamo facilmente la via d'ingresso ad un pronto soccorso completamente vuoto. Nella stanza dei codici rossi non c'è anima viva e in quelle di colore verde e bianco c'è solo un paziente in barella. E la situazione cambia poco se si sale qualche piano. Nella stanza del Day Surgery non vi sono sanitari o amministativi e gli ambulatori chirurugici sono tristemente desolati. Le stanze del Suem 118 sono tutte chiuse ad eccezione dell'unica in cui si sente l'allegro vociaredi operatori a pranzo alle 11.30 del mattino. Ci spostiamo ancora nel reparto di Oncologia, inaugurato nel febbraio del 2016. Alla cerimonia c'era tutti: il vescovo, il sindaco, autorità militari e i vertici sanitari ma a distanza di due anni sembra che nessuno vi abbia mai messo piede.

 

Insomma, nei casi di emergenza i pazienti, se sono fortunati, a Soveria Mannelli non vengono trasportati affatto ma neppure per le prestazioni ambulatoriali l'ospedale montano sembra brillare per efficienza. E' pur vero che il presidio sanitario ha subito progressive defunzionalizzazioni e depotenziamenti per effetto dei decreti commissariali ma sfugge a chiunque l'utilità di una struttura che non eroga prestazioni in emergenza e a singhiozzo quelle ambulatoriali. Dove vi sono interi reparti fantasma e il personale nella migliore delle ipotesi è sottoutilizzato.

Luana Costa