Trecento milioni di euro è quanto annualmente la Calabria trasferisce alle regioni del nord per curare i propri malati. È il dato emerso dalla ricerca condotta dalla Cergas Sda istituto dell'università Bocconi di Milano e presentata questa mattina alla Cittadella alla presenza del governatore Mario Oliverio e il delegato ai temi della sanità Franco Pacenza.

 

Il dato si riferisce al 2015 e fotografa una situazione per la quale 1 calabrese su 6 si rivolge per curarsi a ospedali del nord Italia. La Calabria attira solo 1% di malati ma ne cede l'8%. Le specialità per le quali i calabresi si rivolgono fuori regione sono l'Ortopedia e la Traumatologia, la Chirurgia Generale e la Riabilitazione.
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Ma nel novero rientrano anche l'Urologia, la Cardiologia, la Neurochirurgia, la Cardiochirurgia e la Medicina generale. Prestazioni come è stato sottolineato dal ricercatore della Bocconi Alberto Ricci non di alta specialità e per le quali la Calabria possiede un'adeguata dotazione di posti letto. Le motivazioni risiederebbero dunque in una generalizzata sfiducia e nella percezione di livelli qualitativi poco efficienti. 

 

Oliverio pronto ad azioni eclatanti

Sulla scorta dell'esito del tavolo interministeriale tenutosi ieri a Roma e che ha registrato un incremento del debito sanitario e un decremento dei livelli essenziali di assistenza il governatore Mario Oliverio è tornato ad annunciare azioni eclatanti. «Se la situazione è questa non possiamo rimanere inermi» ha dichiarato.

 

«Io non chiedo potere ma un atto interruttivo di questa tendenza al Governo. L'azione eclatante già annunciata è frutto di una valutazione sofferta. Non posso continuare ad essere spettatore passivo». Il governatore ha quindi chiesto una rinegoziazione del piano di rientro in scadenza a dicembre del 2018. «Il soggetto titolato a sedersi al tavolo di negoziazione è la Regione - ha aggiunto-. Se entro la fine del mese non avremo segnali concreti da parte del Governo sarò costretto a recarmi sotto la sede di Palazzo Chigi e mettere in atto un'azione clamorosa dal momento che la Calabria al prossimo tavolo interministeriale fissato a marzo rischia un nuovo blocco del turn over e l'aumento della fiscalità sanitaria. È evidente che il commissariamento ha aggravato la situazione regionale».

Luana Costa