Le attività chirurgiche devono continuare a svolgersi nell'ospedale di Paola e non trasferirsi in quello di Cetraro. Ci sono la metà dei rianimatori e anestesisti necessari e sono pure stanchi per non aver potuto fare nemmeno ferie dopo mesi da stakanovisti? Continuino a lavorare, l'extra verrà ricompensato in busta paga, per le vacanze c'è tempo fino al primo ottobre e prima di quella data arriveranno i rinforzi per concedergli una pausa.

 

È scontro totale tra il commissario straordinario dell'Asp di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettellini, e il direttore medico dello spoke che unisce i due nosocomi tirrenici Vincenzo Cesareo. La prima ha, infatti, bloccato sul nascere l'iniziativa proposta dal secondo in una lettera dai toni infuocati, nella quale Cesareo lamentava l'immobilismo di Asp e Procura di fronte alla carenza di personale specialistico in corsia e l'impossibilità di ospitare i degenti in Rianimazione a Paola perché la struttura risulterebbe «fatiscente e pericolosa».

La soluzione per la carenza di personale

Per far fronte alle difficoltà, il direttore aveva avanzato l'ipotesi di effettuare le operazioni solo nell'ospedale di Cetraro, evitando così che i pazienti venissero sballottati da un ospedale all'altro come – la definizione è sua - «palline da ping pong».

 

Bettellini, però, è di tutt'altro avviso. E replica a stretto giro di posta con il più netto dei no al suggerimento di Cesareo. I medici in più che sarebbero dovuti arrivare già ad agosto lo faranno nel mese che sta per iniziare, assicura. E la cosa – sottolinea il commissario a mo' di ramanzina – era già stata comunicata allo stesso Cesareo. Quanto alle ferie per gli anestesisti che finora hanno sopperito alle carenze di organico con prestazioni extra, Bettellini liquida la questione chiedendo di farle avere formalmente entro venerdì i dati sui turni di lavoro svolti da giugno ad oggi e su quelli previsti per il prossimo mese, quasi non si fidasse del resoconto del direttore, poi si deciderà il da farsi.

 

Nel frattempo, il commissario non ha nulla da ridire sull'ennesima dose di turni extra in arrivo per i medici, purché le si mandi una «eventuale stima del fabbisogno con proposta di relativo provvedimento di impegno di spesa».

Chirurgia generale resta a Paola

E la presunta inadeguatezza dell'ospedale di Paola, con i pazienti costretti a fare i pendolari da una struttura all'altra? Bettellini sfiora soltanto l'argomento, limitandosi a dire che sono stati richiesti i finanziamenti per la piena attivazione dei letti in terapia intensiva sia per Cetraro che per Paola e che la Chirurgia generale non si muoverà dalla città del santo.

 

Niente di nuovo, dunque, rispetto a quanto stabilito a febbraio dal suo predecessore Zuccatelli e «già ulteriormente notificato» a Cesareo. Quest'ultimo «certamente potrà contare su procedure locali di riferimento atte a stabilire se un paziente operato necessiti di Terapia intensiva post-operatoria o di stretto monitoraggio in reparto» e a queste deve attenersi, prosegue il commissario, quasi suggerisse di aumentare le dimissioni per scongiurare l'effetto ping pong per i malati.

Le frecciate a Cesareo

In chiusura, Bettellini rifila altre due stoccate al direttore medico. La prima gli impone il silenzio stampa da qui in avanti: «Ogni comunicazione all'esterno dell'Azienda è di esclusiva compentenza di questa direzione», rimarca il commissario. La seconda, più che al futuro, guarda al passato: «Eventuali criticità devono necessariamente comportare in primis ricerca di soluzioni all'interno dell'Azienda, in particolare con gli altri presidi ospedalieri, con iniziative che, per quanto noto, non sono usuali a codesta direzione medica».