«Al ministro Grillo chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per la sanità in Calabria e, a prescindere da questo strumento, la rimozione del commissario Scura. Queste azioni sono necessarie perché dopo oltre dieci anni di fallimenti i calabresi meritano rispetto per questo chiedo che ci sia un tavolo tecnico a supporto del prossimo commissario in alternativa di metta la parola fine al commissariamento». Netto e deciso il senatore Marco Siclari capogruppo di Forza Italia in Commissione Igiene e Sanità ha interrogato il ministro per l’ennesima volta dopo la vicenda che ha riguardato le associazioni che riuniscono gli operatori della sanità privata calabrese accreditate presso la Regione Calabria. Lo riporta una nota ufficiale.

 

«Il commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario della Regione Calabria, Massimo Scura, ha ribadito la legittimità dei propri decreti 72/2018 e 87/2018, che prevedono il "taglio" dei costi per servizi già erogati in regime di convenzione e di accreditamento fino al 31.12.2017. Nonostante la sentenza del Tar a favore delle strutture dichiarando  illegittimo il decreto Scura, in data 10.10.2018 il commissario Scura ha emanato il decreto n. 172, con il quale, ribadiva le precedenti decisioni adottate, senza per nulla dare esecuzione alla sentenza del Tar se non con forzature formalistiche ed artificiose prospettazioni contabili; gli operatori sanitari privati accreditati sono stati costretti, fin dal 4 giugno scorso, a  sospendere l'accettazione delle prestazioni con ticket sanitario, come radiografie, tac ed esami complessi e ad erogare tali prestazioni solo a pagamento a causa dell'esaurimento del budget; giova evidenziare, inoltre, che le suddette strutture sanitarie versano in uno stato di estremo disagio considerato che sono ancora in attesa, dall'estate scorsa, del pagamento da parte delle Asp delle prestazioni già effettuate e moltissime rischiano di dover chiudere o di ridurre drasticamente l’attività, non garantendo i livelli occupazionali».

 

«La situazione descritta costituisce, a parere dell’interpellante, come già evidenziato con l’interrogazione presentata nel mese di giugno, una palese violazione del diritto alla tutela della salute sancito dalla Carta Costituzionale; anche il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, mostrando ancora una volta grande attenzione nei confronti dei bisogni dei cittadini calabresi ed un grande senso di responsabilità, ha, più volte, rivolto un accorato invito a tutte le istituzioni al fine di garantire i livelli minimi di assistenza. Tutto ciò premesso, l’interpellante chiede che il Governo: adotti tutte le misure necessarie a tutela e sostegno delle strutture sanitarie accreditate al fine di garantire la continuità del servizio sanitario calabrese, dando certezza ai rapporti giuridici in essere ed a quelli futuri da sottoscrivere, al fine di scongiurare la crisi del settore privato ed il rischio di chiusura delle stesse strutture; promuova gli atti e le azioni necessarie per la gestione della sanità nella regione Calabria al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza; se intenda istituire un tavolo tecnico per “governare” la fase di vera e propria emergenza della sanità in Calabria e per tracciare l’iter da seguire per consentire al Servizio sanitario regionale della Calabria, quale applicazione territoriale del Servizio Sanitario Nazionale, di funzionare a tutela del fondamentale diritto alla salute».