“Un quadro impietoso e imbarazzante, quello che emerge dall’indagine sui servizi sanitari, che inchioda la Calabria al penultimo posto della classifica del Ministero della Salute tra le Regioni”. Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella Alessandro Nicolò.

 

“Migrazione sanitaria”

“Il combinato disposto ‘Commissario-Giunta regionale’, stando ai dati forniti dalla rilevazione del Ministero della Salute - osserva Nicolò – e la stasi che ne deriva, conferma il fallimento dei livelli essenziali di assistenza e spinge i calabresi, sempre più numerosi, a curarsi fuori regione incidendo pesantemente sul bilancio regionale per circa 330 milioni di euro e sui loro risparmi. Somme queste, se ben gestite con un programmazione di interventi significativi gioverebbero al diritto alla salute e all'accesso alle cure dei cittadini. Il rischio non è solo quello di morire per le condizioni dei servizi ospedalieri, insufficienti – rileva Nicolò – ma quello di acclimatarsi ad una condizione come fosse frutto di un fatalismo incontrovertibile, che invece ha responsabilità politiche precise e individuabili”.

 

“Mala gestio del servizio sanitario”

“In Calabria – prosegue Alessandro Nicolò - i dati assistenziali dicono come sia persino difficile la vaccinazione antinfluenzale per gli anziani e l’assistenza agli ammalati terminali. Un giudizio senza appello, da far tremare i polsi al Commissario e ai responsabili della ‘mala gestio’ politico-amministrativa del sistema sanitario calabrese. Anche se la nostra regione ha goduto di un leggero ‘rimbalzo’ nel punteggio che determina la classifica della qualità dei servizi, passando da 133 a 147 punti, resta comunque un risultato ancora decisamente distante rispetto al minimo di 160 punti fissato dal Ministero della Salute per attribuire la sufficienza alle politiche sanitarie delle regioni. Ed in questo quadro di difficoltà – dice ancora Nicolò - appare invero sorprendente l’atteggiamento del Governo regionale e della sua maggioranza, dominato dal dibattito e dallo scontro interno al Pd che quotidianamente si avvita sempre più, che contribuisce a determinare quel gorgo che potrebbe risucchiare senza ritorno il nostro sistema sanitario regionale”.

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“Regione più litigiosa”

“In una simile situazione – dichiara Alessandro Nicolò – non è un caso che la Calabria sia in cima alle regioni più litigiose in materia di sanità, con le strutture che hanno dovuto risarcire pazienti che hanno subito danni alla salute a seguito di ricoveri e/o trattamenti inappropriati per circa 20 milioni di euro, che il Ministero della Sanità imputa il più delle volte alla cattiva gestione. Addirittura- evidenzia Alessandro Nicolò - il 10% annuo sul totale della spesa erogata dallo Stato per coprire i casi di malasanità viene ascritto alla Calabria, mentre è mediamente destinato il 25% in meno delle risorse pro-capite: per un cittadino calabrese, lo Stato spende 1.698 euro all'anno. Qui non si tratta, ovviamente, di mettere tutte le responsabilità in unico calderone, ma di avviare con la celerità che la realtà impone – continua Alessandro Nicolò – iniziative che indichino con chiarezza come e cosa modificare nella sanità calabrese, altrimenti il rischio è di ingenerare una sorta di ‘caccia alle streghe’, in cui per primi vengono colpiti, invece, gli operatori della sanità, i quali sono esposti in prima linea con senso di responsabilità per dare ascolto e cura ai pazienti che a loro si rivolgono, nella ristrettezza di presidi farmaceutici e tecnologici. Ce n’è quanto basta – conclude Alessandro Nicolò – perché il presiedente Oliverio venga in Consiglio regionale e relazioni, in maniera dettagliata, sui problemi del territorio e proponga quanto il suo governo intenda fare per trascinare la Calabria fuori da questa situazione che ricade essenzialmente sui cittadini più bisognosi e inermi”.