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Tempi duri per i fornitori delle strutture sanitarie pubbliche in Calabria. Per incassare quanto gli spetta dopo la vendita dei prodotti, le aziende fornitrici devono attendere, in alcuni casi limite, fino a oltre 3 anni. Il rapporto stilato da “Assobiomedica” sui tempi di pagamento degli enti sanitari mette in luce le criticità di un sistema al limite del collasso. I dati, forniti dall’Osservatorio crediti parlano chiaro. Anzi, chiarissimo. Nella classifica nazionale, nella top five dei cinque peggiori "pagatori", ben quattro sono calabresi.
La classifica dei peggiori
Primo posto incontrastato per l'Azienda ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro con 1.266 dso (“Days sales out standing” ovvero il numero medio di giorni occorrenti per la riscossione dei crediti). A seguire, al secondo posto, l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone (475 dso); al terzo, l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro(436 dso) ed al quinto, l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro con 382 dso. Tra i peggiori, al quarto posto anche la Campania, Asl Napoli 1 Centro con 418 dso. In media i giorni di attesa per i fornitori in Calabria sono circa 363, per uno scoperto regionale pari a 175 milioni e 501 mila euro.
Tra i migliori nessuna regione del Sud, eccetto la Sardegna
Pordenone e Triestina guidano la classifica dei migliori rimarcando – ancora una volta – l’abissale divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Unico punto luce, la Sardegna. Nell’isola primeggia per puntualità grazie all’impegno dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari. Qui i giorni che ciascun venditore dovrà attendere per ottenere l’incasso sono circa 50.