È quasi pronto il policlinico universitario mater Domini di Catanzaro ad accogliere i pazienti Covid-19. La struttura, indicata dal piano operativo della Regione Calabria per il trattamento di casi di coronavirus, si è infatti dotata di circa 20 nuovi posti letto di terapia intensiva e di 40 di sub intensiva, utilizzando e attrezzando nel giro di pochi giorni gli spazi disponibili grazie al lavoro dei vertici aziendali e sanitari come aveva già anticipato ai nostri microfoni il rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro e come ha confermato il  direttore medico dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini Caterina De Filippo.

Un percorso dedicato ai pazienti Covd-19

«Sin da quando è cominciata l’emergenza nel mese di gennaio ci siamo guardati in faccia per capire cosa bisognava fare essendo abituati a lavorare in squadra e a collaborare l’uno con l’altro per dare risposte all’utenza. Questo è il nostro ruolo - sottolinea De Filippo -. Abbiamo creato proprio il “percorso del paziente Covid” che può arrivare da noi sia in emergenza urgenza sia perché già ricoverato e quindi dall’interno dovendo interagire con terapia intensiva o malattie infettive. Siamo riusciti a blindare un edificio con dei percorsi dedicati al fine di evitare la commistione tra  un paziente e l’altro. Inoltre noi abbiamo un pool di anestesisti che non è molto corposo, quindi pur di continuare a garantire le attività urgenti e oncologiche necessarie per evitare di fare interruzione di pubblico servizio, per garantire una seconda terapia intensiva e per andare incontro all’utenza è necessario che vi siano delle risorse umane aggiuntive».

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Centro di eccellenza

Dunque una corsa contro il tempo per permettere alla Calabria di gestire l’emergenza e rafforzare l’unità operativa di anestesia e rianimazione  del Mater Domini, diretta da Federico Longhini, già centro di riferimento regionale: «Sono orgoglioso di aver avuto in eredità questo centro da chi ha creato tutto ciò che è l’attuale direttore dell’Istituto di anestesia e rianimazione di Padova, il professore Paolo Navalesi, in questo momento coordinatore per la regione Veneto delle terapie intensive per l’emergenza Covid.  La nostra peculiarità – sottolinea Longhini - è quella di avere una terapia intensiva riferimento per la regione anche per un trattamento di circolazione extracorporea che è l’Ecmo che nei pazienti con uno stato più severo di polmonite da coronavirus può essere utile. Siamo infatti uno dei tre centri per il Sud Italia a poter eseguire questa tecnica».

L'aiuto della Cina

E a dare un ulteriore supporto ai medici calabresi ci hanno pensato anche i colleghi cinesi inviando dispositivi di protezione individuale: «Mi ha contattato personalmente via mail da Nanchino una professoressa presso cui avevo lavorato da specializzando nel 2013 per disponibilità a mandare del materiale – spiega Longhini - e nel giro di pochissimo tempo mi hanno chiesto cosa volessi e il pacco è partito dalla Cina».