Sette dipendenti sospesi dal lavoro perché coinvolti nell’inchiesta Cartellino rosso della Procura di Catanzaro figurano tra i destinatari dell’incentivo per l’anno 2018. I reati contestati risalgono invece al biennio 2016-2017
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Che il meccanismo di misurazione delle performance dei dipendenti dell'ospedale Pugliese di Catanzaro avesse bisogno di una fase di rodaggio lo si era già capito dal lungo tempo di gestazione del documento. Infatti, il piano che assegna le premialità per il raggiungimento degli obiettivi aziendali per l'annualità 2018 solo di recente ha visto la luce. Esattamente mercoledì il management ospedaliero ha pubblicato il provvedimento che ratifica e liquida i premi per la produttività al proprio personale. Indennità in denaro assegnate a tutti i dipendenti valutati sulla base di un sistema che misura le performance organizzative e individuali, volte quindi a premiare coloro i quali contribuiscono fattivamente al miglioramento delle prestazioni dell’azienda-ospedale.
Gli scontenti
Un piano agganciato ad un sistema premiale che - è specificato negli atti - "valuta caso per caso”, operando attraverso la stesura di una graduatoria di merito. Almeno questo è quanto si legge nella relazione di accompagnamento al varo del provvedimento, ma che evidentemente non ha soddisfatto tutto il personale del comparto. Non almeno quello che è rimasto tagliato fuori dalla liquidazione dei premi per la produttività e impegnato quotidianamente nella trincea dei reparti.
Gli assenteisti stakanovisti
Il malumore crescente di chi è rimasto a bocca asciutta è alimentato soprattutto dalla constatazione che negli elenchi dei beneficiari sono presenti alcuni dipendenti attualmente sospesi dal servizio perché recentemente indagati per assenteismo. Sono almeno 7, infatti, quelli che, pur se coinvolti nell’operazione denominata Cartellino Rosso e istruita dalla Procura di Catanzaro, si sono visti oggi assegnare l’indennità economica, nonostante, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si siano assentati dal lavoro anche in maniera “fraudolenta” tra il 2016 e il 2017. I premi di produttività, invece, sono stati assegnati ai dipendenti con riferimento alle attività svolte l’anno successivo - il 2018 - ma sono stati approvati dal management aziendale appena mercoledì scorso, quindi dopo che lo scandalo dei furbetti del cartellino è ufficialmente deflagrato nell'aprile scorso, con l'applicazione delle misure interdittive ordinate dal Gip del Tribunale di Catanzaro.
Questione di opportunità?
Un apparente paradosso che non è passato affatto inosservato a molti, che considerano quantomeno inopportuno “premiare” chi è indagato per assenteismo, sebbene le graduatorie stilate dai vertici aziendali siano il frutto di una procedura di “misurazione” di ciascun dipendente che nel 2018 ha dato prova di aver raggiunto gli obiettivi aziendali. Tra questi lavoratori, però, ci sono anche persone che le indagini delle Fiamme Gialle hanno descritto come assenteisti seriali, e per questo sono stati sospesi al fine di evitare la reiterazione del reato, causando ulteriori danni economici alle casse dell’ospedale.