VIDEO | Nonostante gli annunci trionfalistici della politica i medici esterni ingaggiati dall’Asp coprono solo il turno di notte mentre per tutto il giorno c’è una sola unità in corsia a gestire anche le emergenze pediatriche
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In una terra come la Calabria, sull’orlo perenne di una crisi di nervi, ci vuole poco per passare dalla depressione all’euforia. E così, nel giro di un paio di giorni, pare che all’ospedale di Polistena sia stato risolto il problema della carenza cronica di medici in Pediatria. Una difficoltà che la settimana scorsa aveva spinto la responsabile del reparto a scrivere all’Asp per minacciare il blocco dei ricoveri. Grazie alla risposta positiva di alcuni medici esterni all’Asp di Reggio Calabria, la chiusura di Pediatria sembrerebbe essere scongiurata. Questa è la convinzione del sindaco Michele Tripodi che ha annunciato la fine dell’emergenza, almeno per l’estate.
In corsia, però, gli umori sono molti diversi: «Abbiamo fatto grandissimi sacrifici – dichiara un medico di Pediatria - e poi il merito pare sia di chi non lavori qui… Tripodi ha detto adesso che siamo 12, con quattro in servizio…ma dove sono ‘sti quattro? Questi medici esterni stanno venendo solo per le notti…».
Più che una soluzione sembra una pezza messa lì per tamponare, perché nel reparto rimangono a coprire i turni di mattina e pomeriggio due medici, di cui uno a mezzo servizio: «Ma non è che vengono ogni giorno questi medici esterni – ha aggiunto - Io ne ho incontrati due… Non è che è risolto, la soluzione passa dall’assunzione. Nel reparto di pediatria quanti dobbiamo essere? Nove più uno? Se no, non si risolve il problema, perché io stamattina sono da sola».
Per tutta l’estate, quindi, il reparto sarà tenuto aperto da un solo medico. «Se c’è un’emergenza – ha proseguito - si fa l’emergenza e si blocca il lavoro ordinario». E se ci fossero contemporaneamente due emergenze? «E lo so…». Con quelle poche assunzioni, tre che andranno in pediatria a Polistena, che l’Asp di Reggio Calabria sta facendo stanno per fare, si risolverà il problema? «Io penso proprio di no» ha detto.
E se ci si sposta in altri reparti la musica non cambia. Facciamo un salto in radiologia dove la tac, chiusa 56 giorni per la rottura di un tubo, adesso funziona a singhiozzo per mancanza di medici e di tecnici.
Abbiamo domandato a uno dei tecnici se siano solo in tre in servizio: «Sì, da sempre», ha risposto uno di loro. Quindi fate turni massacranti? «È da 20 anni che lavoriamo così!»
E anche al pronto soccorso la situazione è in perenne emergenza: «In organico mancano almeno 4 medici – ha affermato un sanitario - infermieri siamo sotto organico pure…e operatori socio sanitari siamo proprio a terra…».