«Se entro 48 ore l'Asp di Cosenza non mi darà risposte concrete sull'attivazione del reparto di Terapia uintensiva, verrò a dormire qui a oltranza e chiedo ai miei colleghi di fare lo stesso».

 

Lo ha detto questa mattina Graziano Di Natale, eletto a gennaio scorso con la lista Io resto in Calabria nel consiglio regionale ormai sciolto dopo l'improvvisa scomparsa della presidente della Regione Calabria Jole Santelli.

 

L'occasione si è presentata durante il sit in organizzato nel piazzale dell'ospedale di Paola, dove da mesi sono stati ultimati i lavori per la realizzazione di quattro posti di Terapia Intensiva, ma non sono mai entrati in funzione.

 

Spesi 400mila euro

Al quinto piano dello stabile intotalto a San Francesco i lavori erano cominciati in piena emergenza sanitaria nell'aprile scorso ed erano stati ultimati nel giro di quattro settimane. Ma poi, dopo un investimento di circa 400mila euro di soldi pubblici e l'acquisto di letto e macchinari, il reparto non è mai stato attivato. 

 

«Mancano gli arredi - ha detto Di Natale - ma non possiamo più aspettare, non possiamo più accettare che le cose rimangano così», anche alla luce della nuova ondata di contagi che si sta registrando in Calabria.

«La Bettelini risolva subito la questione»

Di Natale ne ha davvero per tutti mentre si rivolge a qualche decina di cittadini e politici locali venuti a sostenere le ragioni del sit-in. Non manca neppure di pronunciare parole al vetriolo nei confonti del direttore sanitario dello spoke Cetraro-Paola.

 

Secondo l'avvocato paolano, Vincenzo Cesareo avrebbe detto pubblicamente che il reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale di Paola non aprirà mai per via di numerosi problemi strutturali. «Ritengo - dice ancora Di Natale - che non debba esprimere simili giudizi dal momento che lui rappresenta l'azienda». L'ex segretario questore del consiglio regionale non risparmia nemmeno il commissario straordinario dell'Asp di Cosenza, Cinzia Bettellini

 

«Così com'è celere nel rimproverare medici e infermieri che denunciano quello che accade dentro le strutture sanitarie, dovrebbe essere altrettanto celere nel risolvere questa questione».

 

Il riferimento è al documento a firma della dirigente che in una nota vieta categoricamente a direttori dei dipartimenti, a quelli degli spoke e quelli dei distretti della Azienda sanitaria bruzia di rilasciare dichiarazioni ritenute "offensive" nei confronti dell'azienda, pena pesanti provvedimenti disciplinari.