Ci sarebbe da ridere se non fosse una questione maledettamente seria. Giungono notizie negative in merito alla costruzione del nuovo ospedale della piana che dovrebbe sorgere a Palmi. Una nuova battuta d’arresto, l’ennesima in un iter che ha accumulato 11 anni di ritardi. La scorsa settimana la notizia del rinvenimento di reperti archeologici, sul sito deputato a ospitare la nuova struttura; oggi la rottura della trattativa tra la Tecnis, la società che ha vinto l’appalto per la costruzione del nuovo ospedale, ma sull’orlo del fallimento, e il gruppo Pessina, che sarebbe dovuto subentrate al colosso siciliano. 

 

«Questo stop non ci voleva – ha dichiarato il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio - è una notizia che apprendiamo con molta dispiacere e preoccupazione. Ma l’iter va avanti e per questo motivo invito tutti a mantenere alta la guardia vista l’importanza dell’obiettivo, il rallentamento ci preoccupa ma non ci deve fare disperare né a mollare la presa».

 

Il sindaco predica calma e invita a non farsi demoralizzare dall’ennesima battuta d’arresto, ma i cittadini di Palmi, che vivono in un territorio che ha servizi sanitari quasi pari allo zero, cominciano a dare segni di insofferenza, a non credere più alla possibilità di vedere realizzato il nuovo ospedale. «In città – dichiara un cittadino - c’è molto sconforto, la sanità è un elemento necessario in una società e in questo territorio ne abbiamo ancora più necessità perché esiste solo un ospedale, quello di Polistena, che è al collasso e non può garantire servizi per tutta la piana». «Vogliamo l’ospedale, non ci interessano le chiacchiere», aggiunge un altro signore.

 

Intanto, alcuni cittadini appresa della rottura della trattativa si stanno organizzando per manifestare il loro disappunto. «È arrivato il momento di vigilare ancora di più – ha dichiarato Antonio Ruoppolo, uno dei promotori della marcia silenziosa - non che non sia stato fatto in passato, ma una presenza ancora più viva fatta dai cittadini fatta in maniera giornaliera. Partiremo con questa marcia silenziosa il 21 marzo prossimo alle 21».   

 

E poi ci sono le associazioni, che hanno seguito tutto l’iter sedendo nella conferenza dei servizi, e che davanti al nuovo stop lanciano un messaggio chiaro al governo.


«Basta con le task force – ha attaccato Stefania Marino – responsabile della Rete di associazioni “Insieme per il sociale e la salute” - con il pool di contabili che devono controllare i conti, basta con gli eserciti, noi abbiamo bisogno di ospedali moderni, ora e non domani. E credo che in questo senso il Governo possa darci una mano. Non abbiamo bisogno di contentini o ospedali da campo, ma di una sanità vera».