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In merito alle recenti lettere tra il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, e il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile, la deputata M5s Dalila Nesci, capogruppo in commissione Sanità, ironizza: «Per Vecchioni le lettere d'amore non sarebbero d'amore se non facessero ridere. Prima della supplica a Gentile, Calabrese avrebbe dovuto ricordare quando, a ridosso delle regionali del 2014, il partito del sottosegretario, allora Ncd, portò in processione negli ospedali di Melito Porto Salvo e Locri la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, della stessa parrocchia».
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«La ministra – prosegue la parlamentare 5stelle – fu accompagnata dai senatori Ncd Nico D'ascola e Giovanni Bilardi, nonché dall'allora sub-commissario Andrea Urbani, che da tecnico prese appunti sulle specifiche richieste. La ministra promise posti letto, assunzioni, primariati e il cielo in una stanza, cercando consensi elettorali poi ricevuti». «Quindi – rammenta la deputata M5s – Lorenzin assicurò di tornare a Locri, a dimostrazione che non si trattava di una visita preelettorale. In realtà non tornò mai più. Malgrado i richiami dei sindaci, dimenticò l'ospedale di Locri». «Adesso – conclude Nesci – la corrispondenza tra Gentile e Calabrese sa tanto, parafrasando Guccini, di “quello che non...”, sempre a danno della comunità, cui si chiede di aspettare Godot tra un “cucurrucucú paloma” e un “il mondo è grigio, il mondo è blu”».