VIDEO | Nel corso del secondo convegno organizzato a dai neurologi Bosco, Iannacchero e Frontera importanti relatori e contributi eccellenti sulle frontiere della ricerca. L'oncologo Cognetti: «I giovani ascoltano molto di più gli allenatori dello sport che praticano»
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Il rapporto tra gli alimenti e le malattie del cervello è più stretto di quanto si immagini. Lo ha ribadito la due giorni di studi neurologici "Nutrizione, Neuroinfiammazione e Neurodegenerazione" che a Catanzaro ha fatto convergere specialisti della regione e soprattutto di carattere nazionale, con autorevoli "divagazioni" in campo giornalistico, calcistico ed enologico.
I giovani ascoltano solo gli allenatori
Al PM Hotel si sono succedute le relazioni di importanti relatori, come l'oncologo Francesco Cognetti: «Comportamenti sani, buona alimentazione, attività fisica, prevenzione dell'obesità, stare lontano dal fumo e non bere in modo eccessivo alcolici sono situazioni che poi promettono e realizzano condizioni di benessere per tutta la vita. E pensiamo già ai risparmi per il fatto che la gente non si ammala - ha detto il noto oncologo di origini catanzaresi che poi ha fornito Impressionanti dati statistici - Per quel che riguarda i tumori, per il 40% dei casi dipendono da cattivi stili di vita».
I giovani sono forse l'anello debole del sistema in quanto oggi vivono secondo uno stile che poi riverbererà i suoi effetti tra dieci/quindici anni. Ma tra amici, parenti, genitori, insegnanti e lo stesso internet, chi può incidere veramente sul giovane? «Un'altra figura - ha detto deciso Cognetti - abbiamo documentato che i giovani ascoltano molto di più gli allenatori dello sport che praticano».
La scuola non incide
«I grandi successi nello sport, penso ai risultati ottenuti dal tennis azzurro, aiutano per esempio più ragazzi a stare nei campi da tennis, a fare attività sportiva - ha detto il noto giornalista televisivo Andrea Pancani -. Però è un discorso soprattutto culturale e lì la scuola potrebbe aiutare molto di più cosa che non è successo. Ma nonostante le numerose campagne di prevenzione e la continua diffusione scientifica, i risultati non sono confortanti».
Condotte alimentari sotto accusa
«Non si riesce ad incidere perché in realtà le variabili da tenere sotto esame sono tantissime - ha commentato il direttore di Neurologia dell'azienda ospedaliera unica "Dulbecco" di Catanzaro, Nico Bosco -. L'aumento esponenziale delle patologie neurodegenerative è correlato sicuramente all'allungamento della vita media, ma anche a talune condotte alimentari. Il glucosio è uno dei veleni del terzo millennio, tanto è vero che si parla di una pandemia parallela che da un lato vede il diabete dall'altro lato la demenza».