Si sarebbe dovuto risolvere tutto in una settimana e, invece, nonostante le promesse e le “tirate d’orecchio” della Regione Calabria arrivate dopo un nostro articolo di 8 giorni fa (leggi Corigliano-Rossano, nuovo ospedale al palo: non si trova un notaio per la firma), nulla sulla spianata di Insiti è cambiato. Ancora stamattina i cancelli del cantiere del nuovo ospedale (o sarebbe meglio dire i cantiere delle fondazioni del nuovo ospedale) erano chiusi, in un clima di desolazione e abbandonoPersino la vigilanza armata che solitamente presidiava il gabbiotto dell’ingresso non c’era, sostituita da un sofisticato impianto di videosorveglianza. E rispetto a qualche mese fa, l’unica novità è rappresentata dalla realizzazione di un nuovo svincolo di cantiere, a raso, che affaccia sulla prospicente Provinciale 195, di un nero manto di asfalto e sulla recinzione dell’area: resa praticamente un fortino inaccessibile (in quanto a sicurezza non c’è che dire).

Le ultime opere realizzate dalla Tecnis

Ma queste sono tutte opere che avrebbe realizzato la società Tecnis prima di chiudere i battenti (la società è stata commissariata a seguito di un’interdittiva antimafia della Prefettura di Catania) e prima che dal Ministero dello Sviluppo Economico arrivasse, nel giugno scorso, l’autorizzazione al passaggio di consegne dalla società siciliana a quella campana delle D’Agostino Angelo Srl. Un passaggio, questo, che di formale – in un paese civile – avviene solo con una firma, una scrittura ufficiale, cioè attraverso il passaggio davanti ad un notaio. Roba, insomma, da 5 minuti di orologio.

Quasi tre mesi per un atto notarile (che ancora non c’è)

Di minuti, però, dal decreto ministeriale ne sono passati un sacco, per la precisione sono trascorsi 88 giorni oggi (quasi tre mesi) ed in tutto questo tempo non si è riusciti a trovare un ufficiale notificatore.

Sanità ionica in asfissia

Quando dicemmo questo, una settimana fa, ricevemmo la puntualizzazione dell’ufficio stampa della giunta regionale, che sottolineava che le procedure si sarebbe consolidate nell’arco di questa settimana. Siamo certi (almeno lo speriamo!) che domani ci diranno che l’atto notarile è stato sottoscritto e che i cantieri del nuovo ospedale della Sibaritide riapriranno. Qui – a Corigliano-Rossano e nell’alto Jonio calabrese - lo sperano tutti, anche perché la condizione in cui versano il servizio sanitario e quello ospedaliero è seriamente allarmante. E la nascita di un nuovo (non di un unico) ospedale non farebbe altro che riportare in equilibrio i livelli minimi di assistenza che in questo territorio hanno di lunga oltrepassato il passivo.  

 

 

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