La replica del sindaco di Cetraro, Angelo Aita, non è tardata ad arrivare. A poche ore dalla notizia che indica la sala parto dell'ospedale Iannelli come prossima alla chiusura a causa del numero insufficiente di nascite, il primo cittadino ha immediatamente replicato ai dati diffusi dal Corriere della Sera. Il quotidiano di via Solferino ha parlato di 320 bambini nati nel 2017, a fronte di un tetto minimo che un decreto del 2015 fissa a quota 500. «Solo per chiarire i numeri errati - ha esordito il sindaco sulla sua pagina facebook - e manifestare riconoscenza agli operatori sanitari, che con grande abnegazione, cercano di continuare a dare risposte in una sanità calabrese e del Tirreno, in particolare, ormai in agonia».

Niente allarmismi

Secondo quanto riportano i dati ufficiali forniti in giornata dal direttore sanitario della struttura ospedaliera, mostrata successivamente sui social, i bimbi nati nel 2017 sarebbero in realtà 468 e non 320. «Certo inferiore a 500 - ha precisato Aita - ma non da destare l'allarmante preoccupazione di Di Natale». Il riferimento è al consigliere provinciale Graziano Di Natale, che nel pomeriggio si è recato nel piazzale del presidio sanitario di Cetraro paventando l'immediata chiusura del reparto di ostetricia. Il politico paolano ha inoltre suggerito l'individuazione di un nuovo punto nascita, che conti alla mano, non potrebbe che sorgere nell'ospedale San Francesco, a PaolaPer la cronaca, l'anno successivo, il 2018, i bebè venuti alla luce sono stati 634. 

«Il calo demografico è un problema sociale»

«Forse gli sfugge che i livelli di natalità, anche qui al sud, sono talmente bassi da diventare un serio problema sociale», ha detto ancora il sindaco di Cetraro. «Se la preoccupazione riguarda il rispetto del decreto citato, che fissa gli standard nazionali delle strutture ospedaliere, sia sul piano strutturale che gestionale, credo che l'80% delle strutture ospedaliere italiane dovrebbe chiudere».

Diretta facebook amara

«Ma quello che più mi amareggia - ha detto poi Aita -, è che nella diretta facebook di Di Natale si è tentato di far passare il messaggio che la soluzione sta nell'individuare un nuovo punto nascita, chiaramente altrove dislocato, che dia sicurezza nel parto. In maniera sibillina è come dire che il non rispetto dei numeri delle nascite fissate dal decreto, nel presidio di Cetraro, dipenda da una mancanza di sicurezza nel partorire. A questo proposito non si capisce se si attribuisca questa situazione a un problema di natura professionale o di deficit della struttura». Poi continua: «In entrambi i casi, credo sia un madornale errore commesso, che certamente chi di dovere saprà chiarire». Una situazione che comunque non vedrà un confronto. «Voglio ricordare, inoltre, che è tempo sprecato chiedere un incontro al direttore sanitario dello spoke Cetraro-Paola, perché da ben otto mesi non esiste, non è stato nominato». In ultimo, tenta di difendere il reparto di ostetricia con le unghie e con i denti. «Chiedere di chiudere un punto nascita, disorienta. Chiedere di rispettare il decreto, e non sapere che significa mettere la parola fine ad un punto nascita nello spoke di Cetraro-Paola, sconcerta. Chiedere, invece, di stare tutti insieme e lottare per il diritto alla salute di tutto il territorio è cosa giusta».