Delusione: è il sentimento che aleggia tra i dipendenti e i medici del Marrelli Hospital, clinica privata del medico-imprenditore crotonese Massimo Marrelli, che si ritrova punto e a capo, dopo soli pochi mesi. Il rischio chiusura è di nuovo dietro l'angolo, questo perchè il budget assegnato dal servizio sanitario regionale è già terminato poiché insufficiente, la Radiologia dallo scorso 1 agosto è tornata ad essere un servizio a pagamento, la Radioterapia attende l'accreditamento, mentre per la Pet è stato negato. In tutto questo, proprio in queste ore, dipendenti, medici e management della clinica stanno manifestando a Palazzo Alemanni, sede dell'ufficio del commissario al rientro sanitario Massimo Scura. Dunque, si propone un “nuovo” capitolo della triste saga della vicenda Marrelli Hospital, il quale punta il dito contro il commissario.

 

«Ci ritroviamo, ancora una volta, a fronteggiare il commissario ad acta che sta amministrando la sanità in Calabria – ha dichiarato il dottore Stefano Gentile – perchè nuovamente ci ritroviamo impossibilitati a poter offrire il nostro servizio ai cittadini poiché abbiamo già terminato il budget assegnatoci, e in più ci troviamo nella più totale opposizione da parte del commissario che non vuole riconoscere quello che noi, a oggi, abbiamo effettivamente erogato. Siamo stanchi».

 

Nei giorni scorsi, gli stessi dipendenti del Marrelli Hospital hanno inviato due lettere – indirizzate ai sindaci del territorio, al Prefetto e ai sindacati – portandoli a conoscenza di quanto sta accadendo alla struttura. «Chiediamo un appoggio importante – ha dichiarato il professore Fernando Spinelli, chirurgo della clinica – perchè a distanza di circa due mesi siamo di nuovo qui a combattere per la sanità calabrese che, oltre a produrre un buco di 100 milioni, produce migrazione sanitaria per una somma che è tre volte maggiore. Mi chiedo se sia possibile che strutture come questa, che ha trattato e tratta un buon 30% di pazienti che arrivano da fuori regione, possano essere penalizzate. La penalizzazione consiste nella riduzione del budget destinato alla sanità dei calabresi, per i calabresi. Stiamo facendo i conti non con la Regione, ma con i pazienti che ci chiedono prestazioni che, purtroppo, non possiamo erogare, o che dobbiamo erogare praticamente gratis, come stiamo facendo».

 

«La sanità è dei cittadini – ha dichiarato Claudio Molè, operatore socio sanitario del Marrelli Hospital – ogni cittadino ha diritto di andare a curarsi dove vuole, lo dice la Costituzione. Evidentemente, il nostro commissario Scura non vede e non sente tutto ciò. Mi rendo conto che c'è una difficoltà crescente: siamo 300 dipendenti messi alla gogna, alla fame, per colpa di un sistema sanitario nazionale e regionale veramente vergognoso. Da tre anni e mezzo abbiamo un commissario che non ha capito nulla della sanità calabrese, non conosce i problemi; e nessuno alza un dito per dire a questo signore di spostarsi».

 

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