La decisione scaturisce da un contenzioso giudiziario intentato dalla clinica Villa del sole srl contro la Regione Calabria, Asp di Cosenza, Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro sanitario, e nei confronti della Igreco Ospedali Riuniti srl. Dubbi sulla legittimità della richiesta. Il rischio è quello di un ulteriore pasticcio con conseguente contenzioso giuridico dal quale ci vorranno anni per uscirne e con relativo aggravio di spese
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Sta suscitando una serie di perplessità la firma di un decreto del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro sanitario della Regione Calabria, gen. Dott. Saverio Cotticelli, e del suo sub commissario dott. Tommaso Schael, con il quale si ordina il recupero coattivo delle somme oggetto dell'incremento di budget non dovuto per gli anni 2015 e 2016 per complessivi € 3.990.808.83 pari ad € 1.990.820,48 per il 2015 ed € 1.999.988,35 per l'anno 2016 nei confronti di Igreco Ospedali Riuniti s.r.l. (già Casa di Cura Madonna della Catena s.r.l.) valutando la possibilità di operare una compensazione su future somme dovute ovvero procedere allo scomputo dalle future assegnazioni di budget assegnate a questa struttura. Ma al fine di comprendere la questione ricapitoliamo i fatti.
La decisione scaturisce da un contenzioso giudiziario intentato dalla clinica Villa del sole srl. La sentenza emessa dal Consiglio di Stato n. 000808/2019 iscritta al Ruolo Generale al numero 02301/2017, infatti, si riferisce alla vertenza proposta dalla Casa di Cura Villa del Sole srl contro la Regione Calabria, Asp di Cosenza, Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro sanitario della Regione Calabria, e nei confronti della Igreco Ospedali Riuniti srl (già Casa di Cura Madonna della Catena srl) per la riforma della sentenza emessa dal Tar Calabria - Catanzaro, sezione prima, n. 01800/2016, concernente "tetti di spesa per l'acquisto di prestazioni di assistenza ospedaliera per gli anni 2015 e 2016". Una sentenza quella del Tar Calabria che si era espressa diversamente dalle conclusioni alle quali è pervenuto il Consiglio di Stato in sede di appello.
Il decreto suscita perplessità per una ragione molto semplice, seppur il Consiglio di Stato certifica l’errore nell’attribuzione del tetto di spesa, la stessa sentenza non si esprime affatto sulla restituzione delle somme oggetto dell’incremento del tetto. Anche perché la parte soccombente è la Regione Calabria, Asp di Cosenza e il Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro sanitario della Regione Calabria. Tra l’altro l’ente pubblico, in questo caso Regione e Commissario ad acta non si sono costituiti nemmeno in giudizio. A fare l’errore, dunque, non è stato certo il beneficiario, in questo caso la Igreco (già Clinica Madonna della Catena), la quale prima di percepire tali somme ha comunque firmato un contratto, ma l’ente pubblico che ha calcolato i parametri dell’assegnazione dell’incremento del budget.
Il decreto in questione appare dunque come una scorciatoia finalizzata a coprire gli errori della Pubblica Amministrazione. L’ente pubblico, infatti, alla luce delle risultanze della sentenza avrebbe dovuto individuare il responsabile del procedimento che ha determinato il danno, e non invece, come sembra da questo decreto, esercitare un potere coercitivo nei confronti del beneficiario. Un provvedimento, quello del commissario ad acta e del sub commissario, costruito sulla base tra l’altro di un parere dell’avvocatura dello Stato, il quale recita: "...appare opportuno che codesto Commissario ad acta, ai fini del recupero della somma oggetto dell'incremento di budget non dovuto, provveda, preliminarmente, alla determinazione, alla luce delle statuizioni di cui alla sentenza n. 80812019 del CdS, del budget da assegnare per il passato alla Casa di Cura Madonna della Catena e successivamente provveda alla compensazione del cosiddetto extrabudget, così determinato con le future somme da corrispondere alla Casa di Cura così da evitare, anche, l'introduzione di un giudizio di ottemperanza nonché la nomina di un Commissario ad acta con conseguente aggravio di spese" ribadendo, altresì che "...la compensazione dovrà essere effettuata per via dello scomputo...dalle future assegnazioni di budget nei confronti della Struttura Madonna della Catena" (ora Igreco Ospedali Riuniti s.r.I.). Un parere che a occhio e croce cammina sul filo di un rasoio giuridico.
La sensazione che si percepisce, dunque, è che da questa vicenda venga fuori un ulteriore pasticcio con conseguente contenzioso giuridico dal quale ci vorranno anni per uscirne e con relativo aggravio di spese. Il solito pantano burocratico all’italiana destinato a perdersi nell’oblio degli eterni ricorsi e controricorsi civili e amministrativi.
Pa.Mo.