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Quando la sanità pubblica diventa inaccessibile, la domanda assistenziale si sposta alimentando canali spesso costosi e distorti. E' il caso delle cure somministrate in regime di intramoenia. In teoria l'introduzione del sistema aveva lo scopo di smaltire le lunghe liste d'attesa fornendo uno strumento rapido e efficiente ma in presidi sanitari in cui per prenotare una visita diagnostica i tempi medi d'attesa si aggirano tra i sei e i nove mesi, l'intramoenia si è ritagliato spazi sempre più ampi. La denuncia arriva dalla presidente dell'associazione Cittadinanza Attiva - il Tribunale per la difesa dei malati, Emilia Celia.
Luana Costa