VIDEO | Per l'apprezzato neurologo calabrese Giuseppe Bonavina, del Montecatone Rehabilitation Institute di Imola, durante il lockdown le patologie neurologiche hanno avuto un fatale incremento
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Parlare di cervello e neuroscienze a tutta la popolazione. È questo in sintesi l’obiettivo della “settimana del cervello”, l’appuntamento annuale che coinvolge migliaia di professionisti in tutta Italia per diffondere, attraverso progetti di ogni tipo, le nuove conoscenze sul tema e stimolare l’interesse per questa scienza nei suoi diversi ambiti di applicazione. Un evento che si svolge nella settimana centrale del mese di marzo e che in Italia è promosso dalla Sin, società italiana di neurologia. E così, anche quest’anno, nonostante la pandemia, diverse sono le iniziative che da Nord a Sud hanno offerto e stanno offrendo interessanti momenti di divulgazione, sfruttando le piattaforme virtuali. Tra tutti i professionisti che stanno dando quindi il loro contributo, anche l’apprezzato neurologo calabrese, originario di Tropea, Giuseppe Bonavina del Montecatone Rehabilitation Institute di Imola.
Il cervello ai tempi del Covid
E in questo anno caratterizzato dalla diffusione del Covid-19, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione e la lotta alle numerose malattie neurologiche e informare sugli importanti progressi raggiunti dalla ricerca scientifica, si è deciso di porre l’attenzione sull’impatto che il virus ha avuto sulla neurologia. Una relazione che per lo specialista è sempre più nota: «Ci riferiamo a patologie molto gravi come l'ictus cerebrale, le patologie infiammatorie croniche – sottolinea Bonavina -. La pandemia ha avuto un impatto notevole sulla qualità di vita in generale, ad esempio sul sonno, sull'alta frequenza di cefalee, di patologie invalidanti. Dunque le patologie neurologiche hanno avuto un fatale incremento, sono oltre 1 milione le persone affette da demenza, che durante il lockdown hanno avuto un notevole aggravamento dei sintomi comportamentali e un peggioramento del decadimento cognitivo; circa 800 mila sono i pazienti con conseguenze invalidanti da ictus, patologia che ogni anno fa registrare 150 mila nuovi casi e che ha mostrato una maggiore incidenza e severità nei pazienti con Covid che quest'anno sono state private della riabilitazione, in questo caso cognitiva».
L'impatto sul sistema nervoso
«Se è vero che inizialmente il Covid-19 è stato visto come una patologia che colpisce l'apparato respiratorio, poichè in acuto i primi pazienti sono entrati nelle terapie intensive per problematiche legate ad insufficienza respiratoria – spiega il neurologo calabrese - a distanza di un anno, anche grazie al progredire degli studi e delle scoperte sul funzionamento del nuovo coronavirus, viene evidenziato da molti studi clinici l'impatto delle complicanze di questa infezione sul sistema nervoso. Tali studi – conclude lo specialista del Montecatone, ospedale di riabilitazione - suggeriscono dunque che il virus può colpire il sistema nervoso centrale e periferico nonché i muscoli».