La polveriera Pugliese è di nuovo sul punto di esplodere. A fine mese i contratti di ben 120 dipendenti precari - tra infermieri, medici e biologi - arriveranno al termine e il rischio che si profila all'orizzonte è quello di svuotare i reparti di operatori sanitari e camici bianchi. Il piano di riorganizzazione interna, che prevedeva il taglio di 43 posti letto, potrebbe nuovamente esser tirato fuori dai cassetti dai vertici dell'azienda ospedaliera Pugliese per far fronte alla grave carenza di personale verso cui il nosocomio va incontro.

«Sono passata da un reparto ad un altro - racconta Tiziana Avenoso, infermiera in forza al Pronto soccorso - Sono stata assunta inizialmente in sostituzione ma a gennaio il contratto è stato trasformato a tempo determinato. Attualmente al pronto soccorso siamo 18 infermieri precari che il 31 dicembre andremo tutti a casa su 41 infermieri di cui è dotato il reparto».

Un'emergenza dal doppio risvolto: 120 lavoratori mandati a casa e la drastica riduzione di servizi assistenziali in uno degli ospedali di riferimento per l'area centrale della Calabria. A metter mano alla bomba sul punto di deflagrare, ci dovrà pensare ancora una volta la struttura commissariale che già a giugno con un proprio verbale aveva prorogato i contratti fino al 31 dicembre. «Potrebbe diventare un problema di ordine pubblico in questa città - chiarisce Antonio Jiritano, responsabile Usb Calabria - ma è anche un problema per i cittadini calabresi perchè avremo una sanità senza servizi. La questione dei precari non è stata ancora risolta, anzi adesso si accentua ancora di più con i 120 licenziamenti. Stiamo incentivando i calabresi a scappare e curarsi fuori».